Vladimir Putin e il tavolo di cinque metri. Cantù-Valencia, un mistero sullo zar: chi sta mentendo?
Il tavolo di cinque metri che ogni volta separa Vladimir Putin dal suo interlocutore, prima Macron e poi Scholz, è diventato ormai famoso. E' il vero protagonista dei colloqui avuti dal leader russo negli ultimi giorni. In molti ci hanno realizzato anche parodie e meme sui social. Ma chi lo avrà mai realizzato? Inizialmente a rivendicarne la paternità è stato un imprenditore di Cantù, intervistato dal Corriere della Sera. Peccato, però, che qualche giorno dopo il quotidiano El Español abbia indicato come città di origine del manufatto Valencia.
A far notare questa incongruenza è stato Alberto Nardelli, corrispondente per l’Europa di Bloomberg, citato da Open. Al momento, comunque, nessuno conosce la verità. Renato Pologna, a capo dell'azienda in provincia di Como, è sembrato piuttosto convinto delle sue parole: "L’ho riconosciuto appena l’ho visto. Ne vado fiero, mi emoziono sempre quando vedo che il mio lavoro è sullo sfondo di qualcosa di importante". E ancora: "È una piccolissima parte del lavoro che feci per uno dei palazzi del Cremlino negli anni ’95, 96’ e ’97. È l’edificio che si vede alle spalle del Mausoleo di Lenin, attuale sede degli uffici del presidente più la residenza presidenziale". L'imprenditore italiano, insomma, non si sarebbe occupato solo del semplice tavolo.
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Sul sito web dell’azienda ci sono addirittura le foto degli arredi del Cremlino. E tra queste spicca quella che ritrae il tavolo lunghissimo che ormai tutti conoscono. Su El Español, invece, la storia è completamente diversa. Secondo questo giornale, infatti, il tavolo in questione sarebbe stato commissionato nel 2005 da un fabbricante di Alcásser, piccolo comune spagnolo da 7.500 abitanti in provincia di Valencia. E poi nulla più. Non rivela ulteriori dettagli, se non l’origine dei materiali, come il legno, che verrebbe dai boschi delle Alpi meridionali. Per El Español, inoltre, solo le decorazioni sarebbero state fatte altrove.
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