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Ucraina, i ribelli filorussi accusano: "Presi a cannonate". Kiev smentisce, siamo al "pretesto" che Putin cercava?

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Sale di nuovo la tensione tra Ucraina e Russia. Secondo le ultime notizie, i ribelli dell'autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, sostenuti da Mosca, hanno accusato le forze governative di Kiev di aver usato colpi di mortaio per attaccare il loro territorio, in aperta violazione del cessate-il-fuoco previsto dagli accordi di Minsk. Sarebbero stati cinque gli attacchi dall'inizio della giornata. Le forze ucraine, accusano i ribelli, hanno usato mortai, lanciagranate e una mitragliatrice in cinque località. Lo riportano le agenzie russe. 

L’esercito ucraino però smentisce di aver lanciato colpi di mortaio contro le postazioni separatiste nella regione nell’Est del Paese e anzi ha replicato che sono stati i ribelli a cannoneggiare le postazioni di Kiev. Secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters che ha contattato telefonicamente un portavoce militare ucraino, "nonostante il fatto che le nostre posizioni siano state colpite con armi proibite, inclusa l’artiglieria da 122 mm, le truppe ucraine non hanno risposto aprendo il fuoco". 

Che si tratti "del finto incidente" che darà al presidente russo Vladimir Putin "l'autorizzazione" ad attaccare l'Ucraina? 

 

 

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