Ucraina, Sergio Romano su Vladimir Putin: "Cosa mi preoccupa di più". Bomba dell'ex ambasciatore sulla crisi con la Russia
L'ex ambaciatore Sergio Romano esprime la sua opinione sulla crisi Russia-Ucraina: "Nessuno esce vincitore da questa crisi. E per fortuna. Se ci fosse stato il trionfo di una delle due parti, allora sì che ci saremmo dovuti preoccupare. In realtà non sono mai stato particolarmente preoccupato e non ho mai condiviso gli allarmismi che hanno caratterizzato questa crisi. Siamo in una situazione in cui nessuno vuole veramente aggravare il problema, ma al contempo nessuno è pronto a fare le concessioni necessarie. Questo ovviamente lascia alcuni problemi irrisolti. Tutti, però, sono molto preoccupati e non vogliono prendere iniziative che possano apparire bellicose. E questo è qualcosa di molto importante", spiega in una intervista al Giorno.
Romano parla anche del ruolo dell'amministrazione Biden: "Mi sembra che gli Usa non possano cantare vittoria. E neppure la Russia, anche se Putin ha gestito con abilità questa partita. L'Occidente ha dato spazio alle informazioni più inquietanti nei momenti chiave. Questa battaglia mi preoccupa, perché tutti vogliono sempre segnare un punto. La questione rimane delicata: è bene che non ci sia un vincitore. I francesi potevano permettersi di rilasciare certe dichiarazioni perché sapevano che non averebbero avuto lo stesso peso che se le avessero pronunciate i tedeschi. In generale mi sembra che tutti i Paesi della Ue si siano comportati con attenzione, senza andare né in un senso né nell'altro", chiarisce Romano.
Romano parla anche del ruolo dell'Italia? "Ha mantenuto un atteggiamento discreto. Si è comportata bene. Magari qualcuno avrebbe voluto qualche dichiarazione in più, ma il basso profilo a volto e necessario e viene premiato dai risultati. L'unica soluzione è la dichiarazione di neutralità dell'Ucraina. Deve diventare come la Svizzera. Gli Stati Uniti e la Polonia si sono sempre opposti, ma Kiev è storicamente e culturalmente troppo legata a Mosca. L'idea che non possa esservi un rapporto stretto è inimmaginabile. Chi si oppone non fa che aumentare i rischi della crisi. Non credo nell'utilità della Nato così come è stata concepita. Se continui a trattare la Russia come un nemico, Mosca per forza si comporterà come tale", conclude.