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Vladimir Putin, "la sua paranoia". Una drammatica verità privata dietro la guerra in Ucraina

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Ci sarebbe "la paranoia di Vladimit Putin" dietro le mosse militari della Russia. La crisi in Ucraina e le minacce d'invasione spiegate con motivazioni che travalicano la geopolitica e l'economia e arrivano fino alla psicologia. 

Adam Michnik, direttore del quotidiano polacco Gazeta Wyborcza e leader di Solidarnosc nel 1989, spiega al Corriere della Sera come lo Zar sia "certamente convinto che l'Occidente sia oggi più debole che mai. Ma il suo comportamento deriva anche dalla sua paranoia antiamericana. Putin pensa che qualsiasi cosa facciano gli americani sia contro la Russia. Credo che Biden non si sia fatto troppe illusioni sulla Russia di Putin. Intende essere realista e non vuole la guerra, ma rifiuta la politica della pacificazione e della ritirata".

 



Secondo Michnik il presidente russo "ha mirato a qualcosa quando ha iniziato ad ammassare le truppe, ma si è imbattuto in qualcos'altro. Forse ha calcolato che l'Occidente e Biden fossero nei guai, e che quello fosse il momento di entrare in gioco. Non si aspettava una risposta decisa dall'Occidente. Non vuole uno scontro militare totale, ma come ci ricordano le persone sagge, nessuno voleva nemmeno la Prima guerra mondiale".

 

 



Lo scenario dunque è inquietante. Fonti americane parlano di una possibile invasione dell'Ucraina mercoledì prossima, con clamorosa rottura dunque della "pace olimpica" (i Giochi invernali di Pechino finirebbero qualche decina di ore dopo), ma secondo il direttore polacco sarà più una guerra di nervi: "Putin non attaccherà apertamente ma applicherà tattiche russo/sovietiche profondamente radicate". Trattativa estenuante, tregua apparente e poi, "come accaduto nel 1968 in Cecoslovacchia: "L'invasione sovietica di agosto avvenne tre settimane dopo l'incontro durante il quale Dubcek e Breznev si erano abbracciati. Sembrava che la crisi fosse stata scongiurata".

L'incognita militare, dunque, resterà. "In Russia, di fatto, tutto dipende da un uomo. Stalin, almeno formalmente, era limitato dal politburo. Putin è onnipotente, un monarca assoluto, un Cesare. Ma sono convinto che dopo 22 anni al potere Putin, qualunque fosse il potenziale della sua leadership ora si è esaurito". Ecco perché, conclude Michnik, al Cremlino "non resta che il cupo slancio del continuo decadimento. È come una bicicletta, che deve andare avanti per rimanere in piedi. Bisogna vedere quando si fermerà e in che modo cadrà. Qualcosa deve succedere, perché Putin vuole restare in piedi. Quindi, sceglierà quelle che i russi chiamano "piccole guerre vittoriose". I prossimi obiettivi? "Kharkiv, Odessa, Moldavia, Kazakistan, proprio come è stato con la Crimea. È un po' quello che succede con gli stupefacenti: euforia, seguita dal desiderio di un'altra dose". 

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