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Cina, la città dove tutti i semafori sono rossi: cosa c'è dietro la scelta del regime comunista

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La Cina le tenta tutte pur di tenere le persone a casa e scongiurare la diffusione del Covid. Lo sanno bene i residenti di Biase, una città di 3,6 milioni di abitanti al confine con il Vietnam, dove è scoppiato un focolaio con quasi 100 infezioni a seguito delle festività per il capodanno lunare. Qual è stata la soluzione delle autorità locali? Hanno acceso tutti i semafori rossi per costringere le persone a rispettare l'ordine di rimanere a casa.

 

 

 

Una scelta piuttosto forte. Anche se sono state concesse delle eccezioni per gli spostamenti dettati da necessità e motivi medici. Questo rende evidente quanto sia ampio il potere delle autorità in Cina. Decisioni di questo tipo, tra l'altro, stanno diventando sempre più frequenti a causa delle varianti Delta e Omicron, più contagiose del ceppo originario. La tattica del semaforo rosso, per esempio, era già stata adottata in una piccola contea della Cina orientale per via della segnalazione di un nuovo caso a novembre. Anche se poi alla fine non se ne fece nulla per le numerose proteste che seguirono.

 

 

 

Pechino, infatti, sarebbe consapevole del malcontento crescente nei cittadini a causa di divieti e ordini. Nel frattempo, i funzionari sanitari hanno assicurato una maggiore attenzione alla lotta al Covid, proprio per consentire un ritorno pieno alla vita normale. Il caso di Biase, però, sembra essere sfuggito a ogni tipo di controllo, con i casi che sono saliti a quasi 200 in meno di una settimana.

 

 

 

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