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Regina Elisabetta, "gli ultimi giorni del regno". Voci su uno scenario da incubo

Carlo Nicolato
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La vecchia monarca strilla tra le mura del palazzo, i fidi servitori l'aiutano a reggersi sulle gambe malferme: il figlio prediletto ha tradito, ha gettato l'onta sulla famiglia e il Regno. Funesti presagi. Nuvole nere, tragiche, medievali si addensano sull'antica capitale spazzata dal maligno in forma di epidemia. Il popolo trema, la mietitrice falcia le sue vittime mentre i baroni nei loro palazzi fanno baldoria. Dieci, cento, mille party a Downing Street 10, senza ritegno se la godono nelle stesse ore in cui la regina piange il cadavere ancora caldo del consorte centenario (ma, ne siamo sicuri, Filippo d'Edimburgo avrebbe acconsentito di buon grado).

 

 

Il capo del governo, miracolato del virus, si unisce al baccanale: ognuno si porti la sua bottiglia, che si fottono quelli là fuori costretti a rifugiarsi in casa per suo editto. È l'ora più buia d'Inghilterra. Il popolo chiede la testa del Duca di York e quella cade per ordine della madre e del fratello, Sofocle che si compie in terra d'Albione. Poi toccherà anche a loro, a Carlo e forse anche alla regina, cui solo l'età potrebbe venire in soccorso. Qualcuno ha visto i corvi della Torre di Londra volare via gracchiando e gettarsi nele acque del fiume in un suicidio collettivo. La corona trema e così il potere. Il popolo vuole anche la testa di Boris, lo scapigliato latinista di Downing Street che ha liberato Albione dal giogo europeo ma mai se stesso dal giuramento del Bullingdon Club.

 

 

I confini dell'impero stanno franando abbattuti da un vento silenzioso chiamato "politically correct". Si fanno avanti i nuovi pretendenti sospinti dall'infida corrente: si chiamano Rishi Sunak, Priti Patel, Sajid Javid, Nadhim Zahawi, Kwasi Kwarteng, indiani, pakistani, arabi, africani, indu, musulmani, atei, animisti. Sono pronti a insediarsi a Downing Street, bandiranno le feste e l'alcol, alle donne sarà concesso entrare ma solo col burqa. La regina, se ancora viva, verrà decapitata a Trafalgar Square, l'ammiraglio Nelson abbattuto, gli arcivescovi anglicani internati al Madame Tussauds.

 

 

 

Al popolo decimato dal morbo e impoverito dalla crisi energetica non resterà che acclamare negli stadi calciatori milionari di proprietà di sceicchi che sciolgono i giornalisti scomodi nell'acido. Finché il canto del muezzin dal minareto di Westminster echeggerà solitario sulle macerie del regno. 

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