Covid, in Cina tre casi a Yuzhou: metropoli da un milione di abitanti in lockdown totale. Cosa ci stanno nascondendo?
Di nuovo panico da Covid in Cina, che tra un mese ospiterà le Olimpiadi invernali a Pechino. Per non mettere a rischio il grande evento sportivo che dovrà servire come enorme spot globale per il regime, le autorità comuniste hanno imposto misure draconiane contro i contagi, portando le politiche della tolleranza zero a livelli estremi. Un esempio? Non hanno esitato un momento a mettere in lockdown una metropoli da oltre un milione di abitanti una volta accertati tre casi di positività al Coronavirus. Non tremila, non trecento, non trenta: tre. Sufficienti a chiudere tutto.
La città in lockdown è Yuzhou, nella provincia centrale di Henan, con una popolazione di 1,2 milioni di persone. Se le Olimpiadi saranno messe in sicurezza con enormi "bolle" che isoleranno atleti e staff delle varie delegazioni nazionali, a livello di salute pubblica il governo del presidente Xi Jinping procede con la stessa logica. Isolare, separare, mettere in quarantena. Ha funzionato a Wuhan, dopo le prime settimane di sbandamento, e Pechino conta che funzioni anche ora, con lo spauracchio della variante Omicron. Per precauzione, le autorità di Yuzhou avevano peraltro già deciso di sospendere i trasporti pubblici e chiudere centri commerciali, musei e attrazioni turistiche.
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I tre contagi accertati su cinque dell'intera provincia hanno però portato a una ulteriore stretta, anche alla luce di quanto sta accadendo nel resto del Paese: i nuovi positivi in Cina nelle ultime 24 ore sono stati 175, e di questi 108 a trasmissione locale. Una situazione che vista dall'Occidente (negli Usa i positivi nelle ultime 24 ore sono stati un milione) sembra totalmente sotto controllo, ma Pechino non vuole correre alcun rischio proseguendo le rigide misure di tracciamento e isolamento e le restrizioni ai viaggi internazionali e agli ingressi nel Paese.
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Anche a costo di ridurre letteralmente alla fame la popolazione: a Xi'an, dove vivono poco meno di 13 milioni di persone, la quarantena va avanti da 2 settimane (solo 1.758 contagi dal 9 dicembre, e quasi tutti senza sintomi gravi, sottolinea il Corriere della Sera) e stanno venendo meno anche le forniture di beni di prima necessità, a partire dal cibo.