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Variante Omicron, il caso Israele: "Nuova ondata di contagi nonostante i vaccini, forse...". Scenario impensabile

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Dallo “tsunami” del consigliere della Casa Bianca per la lotta al Covid Anthony Fauci alla “bufera in arrivo” del premier israeliano Naftali Bennett. Sull’infuriare dei contagi da Omicron è un pullulare di metafore. Calmae gesso, però. Perchéil configurarsi di sintomi che studi qualificano più leggeri rispetto alle varianti precedenti (ieri il Guardian ne ha citati sei, secondo i quali la nuova forma di virus attacca più facilmente gola che polmoni) può generare qualche prospettiva meno buia del previsto. A patto, però, che si continui a battere il tasto sui vaccini.

 

 

 

 

 

Il direttore del ministero della salute di Tel Aviv, Nachman Ash, in un’intervista radiofonica ha affermato che,in previsione di un gran numero di contagi da Omicron (parole perfettamente sovrapponibili a quelle del premier), Israele, che ha una popolazione di circa 9 milioni di abitanti, potrebbe raggiungere l’immunità di gregge. «Il costo sarà di molte infezioni. I numeri dovranno essere molto alti per ottenerla, e questo è possibile». La pensa diversamente, qui in Italia, Walter Ricciardi, il quale al Tg3 osserva che «con i coronavirus l’immunità di
gregge è pressoché impossibile perché di fatto questo è un virus che infetta le persone che l’hanno avuto, che possono averlo anche più volte, e purtroppo il vaccino non protegge completamente dall’infezione. Dalla malattia certamente sì, ma non dall’infezione».

 

 

 

 



Ash, dal suo canto ha specificato che l’immunità di gregge: «non vogliamo raggiungerla attraverso le infezioni ma vogliamo che accada a seguito della vaccinazione di molte persone». E
proprio sul punto, Bennett quando in Italia è quasi l’ora di cena annuncia l’inizio della campagna per la quarta dose, per gli over 60 operatori sanitari dopo quattro mesi dalla terza. Dall’altra parte del mondo, anche Anthony Fauci, rilasciando dichiarazioni alle tv Abc e Cnn, ha riproposto lo stesso schema, abbinando la folle corsa del virus alla necessità di sottoporsi all’iniezione per evitare le conseguenze più gravi. Il luminare delle malattie infettive ha parlato di «prove crescenti» sul fatto che Omicron sia meno grave rispetto alla varianti finora conosciute. Tuttavia, ha acceso il faro sia sull’alta contagiosità, sia sull’impatto che questa potrebbe avere sui no-vax.

«Un buon numero di loro –ha detto si ammalerebbe gravemente». In ogni caso, ha aggiunto Fauci se la popolazione applicasse le misure di precauzione, nel giro di alcune settimane si potrebbe pensare ad un percorso verso il ritorno alla normalità. A dare comunque il polso sull’intensità dei contagi pensa, sempre dagli Stati Uniti, un infettivologo del General Hospital
in Massachussetts, Roby Bhattacharyya, secondo quanto riporta El Pais. Per sottolineare meglio di cosa si tratta, l’ha paragonato al morbillo. «un caso di morbillo ne produce altri 15in
12 giorni, un caso di Omicron ne produce 6 in quattro giorni; trascorsi otto giorni ne ha prodotti 36, 216 in 12giorni». Un trend che porta Anton Erkoreka, storico della medicina basco, a definire Omicron «il virus con la diffusione più rapida della storia». 

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