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Desmond Tutu "liquefatto". Sconcertante: come si è ridotto il corpo dell'arcivescovo premio Nobel

Desmond Tutu

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Il corpo del'arcivescovo Desmond Tutu, premio Nobel per la pace, simbolo della lotta all'apartheid, sarà liquefatto. Ai funerali di Stato di Tutu, morto domenica scorsa all'età di 90 anni, terrà l'elogio funebre il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa e saranno presenti solo 100 persone a causa delle restrizioni per il Covid. Tutu aveva insistito sul fatto che non ci dovesse essere "nessuna ostentazione o spese sontuose" per la cerimonia e che gli fosse data "la bara più economica disponibile". Ha anche chiesto che gli unici fiori nella cattedrale dovevano essere "i garofani della sua famiglia".

 

 

Quindi le sue spoglie saranno liquefatte con un processo chimico che utilizza l'acqua e che rappresenta un'alternativa ecologica alla cremazione. Le sue ceneri saranno sepolte dietro il pulpito della cattedrale di St George a Cape Town, la diocesi anglicana che ha servito come arcivescovo per 35 anni.

 

 

Il processo di acquamazione si chiama idrolisi alcalina. In sostanza il corpo viene sistemato per quattro ore in una vasca di acciaio inossidabile, immerso in idrossido di potassio e acqua alla temperatura di 93 gradi centigradi. In questo modo le ossa diventano molto più fragili: vengono schiacciate, ridotte in polvere e consegnate ai parenti del defunto all’interno di un’urna, come avviene per la cremazione. Alla fine di questo processo non resta più alcuna traccia di Dna e i liquidi rimasti, ricchi di materia organica, possono essere smaltiti o riciclati come fertilizzanti naturali.

 

 

Un sistema anche più ecologico della cremazione visto che viene utilizzato solo il 10% dell’energia che si spende, invece, per bruciare i corpi. Inoltre non danneggia l’atmosfera perché non ci sono emissioni di gas serra.

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