Joe Biden, l'inetto: donne sottomesse e schiave. Il disastro peggiore del presidente Usa
Il prezzo più alto della fuga di Joe Biden dall'Afghanistan lo stanno pagando i più deboli, ovvero i bambini, prime vittime della carestia e della crisi che attanaglia il Paese affamato dalle politiche inette dei talebani e dal congelamento ritorsivo dei beni esteri da parte dei Paesi Occidentali, Stati Uniti su tutti; e le donne contro le quali si stanno accanendo con le loro regole retrograde gli studenti coranici ormai liberi di esprimere il peggio di sé. Alle donne appunto è stato da ieri vietato di allontanarsi da casa e quindi di viaggiare per oltre 45 miglia, ovvero 72 chilometri, a meno che non siano accompagnate da un uomo della famiglia.
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Lo ha stabilito il ministero della Promozione della virtù e della prevenzione del vizio che in aggiunta ha dissuaso i taxi o qualsiasi altro autista a non accettarle sui loro veicoli a meno che non indossino il "velo islamico", presumibilmente il burqa dal momento che tutte le donne afghane già portano almeno l'hijab. Lo stesso illuminato ministero nei giorni scorsi aveva impedito alle emittenti locali di trasmettere soap opera con donne nel cast e aveva invitato le giornaliste a indossare il velo senza eccezioni. Sono i primi pesanti passi verso l'introduzione di regole ancora più restrittive in linea con una radicale interpretazione della sharia islamica, come quelle vigenti nel corso del primo governo talebano tra la fine del secolo scorso e l'inizio di quello attuale, quando alle donne era fatto divieto di uscire di casa senza un tutore, di lavorare in ufficio, e perfino di studiare, pena severi sanzioni che potevano variare dal carcere alla lapidazione a seconda della gravità dello sgarro.
Qualche settimana fa, a inizio novembre, tutte le 24 senatrici statunitensi senza distinzioni di partito avevano inviato al presidente Biden una lettera aperta invitandolo a proteggere i diritti delle donne in Afghanistan e i "progressi duramente conquistati" dalle stesse negli ultimi 20 anni di guerra e democrazia. Le senatrici citavano tra le altre cose le 3,5 milioni di ragazze che hanno frequentato la scuola e le 100mila iscritte all'università, ma per il momento non si è vista alcuna azione concreta da parte della Casa Bianca. Timide e parziali misure sono invece state prese per facilitare gli aiuti al fine di alleviare la crisi umanitaria che sta colpendo i civili afghani, in particolare i bambini. Secondo Save the Children almeno 780mila minori stanno affrontando l'inverno senza ripari adeguati. Oltre 8 milioni di bambini vivono in famiglie che non hanno coperte a sufficienza e più di tre milioni di queste non hanno nemmeno il riscaldamento.
Secondo i dati dell'Onu ci sono 1,6 milioni di persone che vivono in tende d'emergenza che non offrono riparo dalla pioggia e dalle rigide temperature che in Afghanistan in inverno arrivano facilmente ai 10 gradi sottozero. A questo si aggiunge la carestia e la fame che sta colpendo un numero impressionante di minori, almeno 14 milioni secondo i dati di Save the Children, e mietendo le prime vittime. L'associazione racconta anche di famiglie disperate che sono state costrette ad abbandonare o a vendere i propri figli per mancanza di mezzi. L'Amministrazione Usa ha annunciato tre nuove licenze per consentire alle Ong e alle associazioni umanitarie di fornire maggior sostegno alla popolazione ma si è guardata bene dal cancellare le sanzioni ai talebani che lo stesso Biden, con la sua fuga scriteriata dall'Afghanistan, ha consentito tornassero al potere.