Libertà economica, Uganda meglio dell'Italia: la classifica, così l'invadenza dello Stato ci condanna
L'Italia non ha un problema di libertà individuali, né ha problemi di rispetto dei diritti umani. Non ha un problema di razzismo, né serve una legge Zan che tuteli oltre misura le persone in base alle loro inclinazioni o scelte sessuali. Tali leggi ci sono già, basta applicarle. L'Italia piuttosto ha bisogno di riforme che liberino l'economia dai troppi vincoli, che alleggeriscano la pressione fiscale, che snelliscano l'asfissiante burocrazia, che tolgano di mezzo lo Stato onnipresente e ingombrante: per farla breve il nostro Paese ha bisogno di ritrovare la libertà economica perduta, di rientrare nei ranghi di un Paese democratico e liberale. Non lo diciamo noi, o meglio non lo pensiamo solo noi e qualche milione di italiani, ma lo Human Freedom Index del 2021 (HFI), l'indice messo a punto da due think tank, l'americano Cato Institute e il canadese Fraser Institute, che utilizza 82 indicatori distinti di libertà economiche, personali e civili per valutare lo stato del livello di libertà nei vari Paesi. In particolare si considerano aree di libertà come quella relativa al sistema legislativo, alla sicurezza, alla facilità di movimento, religione, associazione, società civile, opinione e informazione, relazionale, governativa, proprietà privata, politica monetaria, libertà di commercio e regolamenti. Dal punto di vista "personale" e "civile" risulta dunque che l'Italia non ha particolari problemi, si trova nel gruppo insieme agli altri Paesi occidentali, è da quello economico che ci ritroviamo con un punteggio simile a Paesi che non hanno nulla a che fare con le tradizioni democratiche occidentali ma che anzi si trovano in fondo alla graduatoria per diritti umani e libertà individuali.
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In generale in testa alla classifica del HFI c'è la Svizzera, seguita dalla Nuova Zelanda e la Danimarca, tre Paesi con un'altra qualità di vita ma di dimensioni limitate. A questi tre per completare le prime dieci posizioni seguono l'Estonia, l'Irlanda, la Finlandia, il Canada, l'Australia, la Svezia e il Lussemburgo. Il primo grande Paese di area europea è il Regno Unito, al 14esimo posto, al quale seguono pari merito Germania, Usa e Giappone. L'Italia si trova al 26esimo posto, tra la Spagna e Malta, ma prima della Francia che si trova 34esima. Come dicevamo sotto il profilo delle libertà personali l'Italia con un indice relativo pari a 9,12 sta anche meglio della Spagna (9,04), un tempo considerato uno dei Paesi più avanzati per i diritti civili. Siamo meglio degli Usa (9,09), sullo stesso livello del Regno Unito (9,19) e non così male rispetto alla Germania (9,32) e alla Svezia che guida la classifica con 9,63. Sotto il profilo delle libertà economiche (EF) invece cadiamo molto in basso, il nostro indice EF è al 7,61 è inferiore a quello di Costa Rica (7,65), Armenia (8,26) e Georgia (8,03).
Ci sopravanzano perfino Botswana (7,62), Giamaica (7,71), Mauritius (8,16) e Montenegro (7,64). Il HFI divide la libertà economica in cinque punti sostanziali, a loro volta divisi in varie voci: "dimensioni del governo" (quanto influisce sulla spesa pubblica), "sistema giuridico e diritti di proprietà", "politica monetaria", "libertà di commercio" e "regolamenti". Rispetto alla Gran Bretagna (8,15 EF) l'Italia è sempre due o tre passi indietro. In particolare pesa l'ingombrante politica e ancor più il sistema giuridico. Alla voce "indipendenza giudiziaria", il Bel Paese si aggiudica uno striminzito 6,1, contro il 7,7 della Gran Bretagna. Rispetto all'"imparzialità della corte", nota dolente, all'Italia va un pessimo 5,2, contro il 7,6 della Gran Bretagna. Idem riguardo alla "protezione dei diritti di proprietà", Italia 5,6 e Regno Unito 7,5. Ancora peggio la voce "esecuzione legale dei contratti": qui siamo all'insufficienza grave con 3,5 contro il 6,1 di Londra. Aliquota marginale massima: Italia da terzo mondo con 2,5, Gran Bretagna non tanto meglio, 4. Trasferimenti e sussidi: Italia 3,5; Gran Bretagna 5,5. E badate bene, ci siamo limitati a confrontare il nostro Paese con uno simile per dimensioni ed economia, ma le differenze in negativo (per noi) diventano ancora più impietose se come termine di confronto utilizziamo quelli che sono in cima alla classifica, come la Svizzera (8,48 EF) o altri che fanno della libertà economica la loro bandiera, come Singapore (8,81 EF).