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Joe Biden, "fine della citazione". È andato, dopo il peto l'inquietante figuraccia: il mondo in mano a quest'uomo

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Nuova imbarazzante figuraccia pubblica per Joe Biden. Dopo la pennichella in mondovisione alla CoP26 di Glasgow e l'ulteriore disastro del peto "prolungato e rumoroso" emesso al cospetto del premier britannico Boris Johnson, l'erede al trono principe Carlo d'Inghilterra e la di lui consorte Camilla Parker Bowles in un faccia a faccia riservato, il presidente americano è inciampato... sul gobbo. 

 

 

 

 

A farne conto siti americani e britannici, compreso il Sun, che condividono il video del Capo della Casa Bianca intento a parlare dal palco istituzionale. L'argomento è di rilevanza nazionale, visto che Biden sta parlando dell'aumento dei prezzi del gas e la crisi della catena di approvvigionamento. "E, a proposito - ha sottolineato il presidente -, potreste aver sentito ieri il CEO di Walmart sui passi che abbiamo intrapreso. Ha detto e cito: 'La combinazione di impresa privata e governo che lavorano insieme ha avuto davvero successo'".

 



"Fine quotazione". La gaffe in pubblico di Joe Biden: guarda il video
 

 

 

 

 

 

"In tutta la catena di approvvigionamento, c'è molta innovazione - ha proseguito il leader democratico -. A causa delle azioni che abbiamo intrapreso, le cose hanno cominciato a cambiare" Fine citazione". E su queste ultime parole, "fine della citazione", i giornalisti presenti e gli utenti social che hanno iniziato a commentare l'accaduto sono letteralmente rimasti allibiti. "Fine citazione" è la formula usata dagli spin doctor e dai ghostwriter dei discorsi presidenziali per indicare la fine di una citazione, appunto, a chi parla. Biden non ha avuto la prontezza necessaria, o semplicemente l'attenzione, per leggere quelle parole senza pronunciarle ad alta voce.

 

 

 

 

 

Come riporta il New York Post, sbeffeggiandolo, secondo molti utenti Biden ricorda Ron Burgundy, il disastroso e goffo anchorman interpretato al cinema dall'attore comico Will Ferrell. Ma questa, purtroppo, è la realtà. E sempre più americani si chiedono fino a quando il Paese potrà sopportare un presidente inadeguato nei gesti e nelle parole, ma prima ancora nelle sue politiche. 

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