Giappone, treno in ritardo di un minuto? Punito e umiliato: per questo macchinista finisce in disgrazia
Fare il macchinista di treni in Giappone è un mestiere duro, logorante e pericoloso. Lontano, insomma, dagli stereotipi maliziosi che riguardano la categoria in Italia. La prova? Quanto accaduto a un dipendente della West Japa Railway, che ha deciso ora di fare causa alla sua azienda. Motivo? Nel 2020 il macchinista era alla guida di un convoglio arrivato a destinazione con un minuto di ritardo. Non dieci minuti, non un'ora, praticamente la norma per qualsiasi passeggero, anche non abituale, che abbia messo piede almeno una volta in una stazione italiana, alzando gli occhi al tabellone (e al cielo) per cercare non se, ma quanto dovesse aspettare in più rispetto alla tabella di marcia prestabilita.
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Bene, per quel solo minuto di ritardo causato da un contrattempo sul tragitto il macchinista si è visto decurtare lo stipendio, una multa che nella cultura e nel mondo del lavoro del Sol Levante equivale non solo a una macchia sul curriculum, ma direttamente a una onta personale, una vergogna intima. E pazienza se la punizione sia stata, di fatto, irrisoria: 56 yen in meno in busta paga, la "bellezza" di 43 centesimi di euro. Un'inezia diventata un macigno morale.
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Anche per questo, a distanza di oltre un anno. il dipendente ha deciso di portare in tribunale la West Japa Railway chiedendo 2,2 milioni di yen (17mila euro) come "risarcimento per danni psicologici". Una rivoluzione, in caso di vittoria, in grado di ribaltare la concezione stessa del Giappone, più rigoroso della Svizzera quando si tratta di orari.