Regno Unito, Covid fuori controllo? "Niente Green pass", retroscena sul "no" di Johnson: una (grossa) questione di soldi
I contagi da Covid-19 crescono, ma di adottare il Green pass Boris Johnson non ne vuole sapere. Il motivo? Il costo. Stando a quanto rivelato da uno studio commissionato da Downing Street e dal Tesoro, il piano B per frenare il virus costerebbe alle casse inglesi 18 miliardi di sterline, ossia più di 20 miliardi di euro. In caso di impennata di contagi, la Gran Bretagna aveva preso in considerazione il ritorno alle restrizioni (dalla mascherina al chiuso, fino allo smartworking e alla certificazione verde), ma il premier preferisce resistere alle pressioni.
Soprattutto se si considera il costo del lavoro da casa particolarmente deleterio per il business della ristorazione, ma anche il Green pass che avrebbe contraccolpi sulla rete logistica di approvvigionamento. Quest'ultima già in crisi da mesi. Ad alimentare la tesi di BoJo, che predilige il metodo "zero limitazioni", anche il timore che il certificato verde costringa gli inglesi ad affollarsi in luoghi piccoli. Al momento, infatti, il certificato vaccinale è previsto solo per eventi al chiuso con oltre 500 persone e all’aperto con oltre 4mila. Per non parlare poi delle analisi condotte dal governo, che ha calcolato una riduzione totale dei contagi, in caso di Green pass, tra l’1 e il 5 per cento, perché solo il 2-13 per cento della diffusione del Covid avviene nei luoghi che sarebbero interessati dal certificato inglese.
Non solo, gli esperti hanno verificato la curva della pandemia sostenendo che, raggiunto ormai il picco con la complicità della variante Delta plus, non può che calare permettendo al Regno Unito di tirare un sospriro di sollievo. Tutte giustificazioni utilizzate dal primo ministro per evitare un imbarazzante passo indietro, dopo il "liberi tutti" di quest'estate.