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Variante Delta plus, è la quarta ondata. "Cambiata la tendenza", ricomincia l'assedio

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Mentre il coronavirus, da noi, è ancorato intorno ai 3mila nuovi casi al giorno, nel resto d'Europa la situazione non è altrettanto sotto controllo. Chiariamo subito: il respiro di sollievo lo tireremo, e finalmente, quando i contagi saranno azzerati. C'è ancora da lavorare: serve il distanziamento e servono, soprattutto, i vaccini. Però l'inverno è alle porte (e, con l'inverno, il freddo che abbassa le difese immunitarie): dal Regno Unito alla Germania, dalla Russia all'Est europeo, gli ospedali si riempiono e gli uffici si svuotano. Come in Austria che, negli ultimi giorni, ha visto un'impennata di positivi al Covid (3.600 persone al dì: all'incirca le stesse che registriamo in Italia, solo che la popolazione di Vienna e dintorni raggiunge a malapena i nove milioni di abitanti, che sono un sesto dei nostri). Per questo gli austriaci han deciso che, dal primo novembre, si doteranno di una sorta di Green pass, necessario per avere accesso ai luoghi di lavoro. Ma il fatto è che i bollettini, nel Vecchio continente, preso quantomeno come regione geografica, raccontano un'evoluzione della pandemia un po' diversa.

 

 

 

 



GRAN BRETAGNA. L'esempio più eclatante è probabilmente quello inglese. Dovevano andare con tranquillità al pub sotto casa, i sudditi della regina Elisabetta: invece si son ritrovati con circa 50mila nuovi contagiati in meno di 24 ore, ieri, 180 morti e la paura (certificata dagli esperti) che sia solo l'inizio dell'ondata in arrivo. Il rischio, dice il ministro della Sanità d'oltremanica, Sajid Javid, quindi uno che i numeri dell'emergenza li deve conoscere per forza, è che nei prossimi mesi la curva inglese si assesti intorno ai 100mila casi giornalieri. Non è un bel sperare. Anche perchè i britannici son mica stupidi: la corsa al vaccino l'han fatta (anzi, una delle fiale più vendute l'han pure prodotta) e adesso spingono l'acceleratore sulla seconda dose. Ma, ecco, quella fotografia, scattata dall'Office for national statistics, cioè l'Istat di Londra, lascia poco da festeggiare: ogni sessanta persone, nel Regno Unito, ce n'è una che questa settimana s' è beccata il Coronavirus.

 

 

 

 



GERMANIA. Sull'altra sponda del Mar del Nord, cioè in Germania, non va meglio. E' vero: i numeri, a Berlino, son più contenuti. Ma il Robert Kock institute, cioè l'agenzia che, dal 2020, monitoria l'andamento del Covid, lo ammette lo stesso: "Prevediamo", dicono gli analisti, "che nel corso dell'autunno e dell'inverno l'aumento dei casi accelererà". Un assaggio della (nuova) antifona arriva ieri: 19.572 casi nei sedici Lander tedeschi, un incremento di 8mila unità rispetto a venerdì scorso e un'indice di infezione settimanale su 100mila abitanti schizzato a quota 95,1. In un giorno, in Germania, son morte 116 persone per colpa del covid e ci sono, complessivamente, 1.526 pazienti in terapia intensiva. Tuttavia è anche una questione vaccinale, a nord di Monaco: i tedeschi che han completato il ciclo a due dosi sono appena il 66,1% della popolazione e quelli che hanno ricevuto una dose sola il 69,1%.

 

 

 

 



EST E RUSSIA. Il vento dell'Est, al momento, è quello che soffia peggiore di tutti: in Russia la situazione sta degenerando al punto che (con oltre 37mila nuove infezioni al giorno e più di mille morti, complice anche la variante fresca fresca di isolamento, la Delta Ay.4.2) Mosca tornerà in lockdown a partire da giovedì prossimo. Bar, ristoranti, negozi e stadi chiudono, assieme alle scuole: è proprio nella capitale che si registrano i contagi maggiori. Sembra stiano peggiorando, infine, anche i numeri degli Stati Balcani: crescono i casi in Romania, in Bulgaria, in Serbia, in Croazia. In Slovenia il tasso di contagio è oltre il 30%: tanto per avere un raffronto, in Friuli, che è la regione italiana confinante, quello stesso numero scende all'1%. La Lettonia, nel Baltico, ha già proclamato la quarantena di massa fino al 15 novembre.

 

 

 

 

 



FRANCIA E SPAGNA. In Francia, Paese sostanzialmente paragonabile al nostro per scelte politiche effettuate in materia e popolazione, si contano 6mila casi al giorno (circa il doppio di quelli italiani) e 21 morti (dato in linea con il nostro). Però ci sono anche le buone notizie: la Spagna va meglio (giovedì scorso aveva 1.881 nuovi casi) e si prepara a stracciare le restrizioni; mentre il Portogallo l'ha già fatto, quando l'88% dei suoi cittadini ha completato il ciclo di vaccini.

 

 

 

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