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Usa, la grande paura per la data-simbolo dell'11 settembre: i rischi di un nuovo attentato nel ventennale delle Torri Gemelle

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La grande paura è arrivata anche in America.  Per tutti i responsabili dell'ordine e della sicurezza degli Usa c'è una data ed è quella dell'11 settembre. Per qualsiasi gruppo terroristico jihadista colpire gli Usa a venti anni esatti dell'attacco delle Torri Gemelle "significherebbe infliggere a Washington un'umiliazione superiore a quella subita dopo la caduta di Kabul in mano talebana", scrive il Giornale.

 

 

 

L'inattesa vittoria talebana in Afghanistan favorisce i disegni dei terroristi. Ma un'azione pianificata in meno di due settimane può venir affidata soltanto ad un "lupo solitario, un singolo individuo fuori dal radar dell'anti terrorismo ma attivabile attraverso sollecitazioni ricevute dalla rete o dai social. L'organizzazione più strutturata per questo tipo di approccio era, un tempo, proprio quello Stato Islamico che ha firmato l'attentato all'aeroporto di Kabul", rivela sempre il Giornale.

 

 

 

 

L'Isis ha firmato almeno quattro attacchi negli Usa. E a regalare nuova linfa vitale ha contribuito la nomina ad emiro, nel 2020, di Shahab al-Muhajir mente dei numerosi attacchi firmati Isis messi a segno dentro Kabul. "Quel che più preoccupa i responsabili dell'antiterrorismo Usa in vista dell'11 settembre è la possibile infiltrazione di militanti o simpatizzanti dell'Isis tra le decine di migliaia di ex-collaboratori appena evacuati da Kabul e attesi negli Stati Uniti. Proprio tra loro potrebbero celarsi i lupi solitari per tornare a colpire l'America nell'anniversario dell'11 settembre o nelle settimane successive", scrive il Giornale.. C'è anche la minaccia di Al Qaida che infatti  è presente in "almeno 15 province afghane" e conta fino a 500 effettivi e resta "strettamente allineata" con i talebani "senza evidenti rotture dei legami".

 

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