Vladimir Putin, "non è lui ma il sosia": la prova dell'interprete, come hanno sostituito lo Zar
Torna la leggenda dei due Putin. Dopo che cinque anni fa lo aveva scritto un giornale inglese peraltro non particolarmente autorevole, adesso sono ambienti del governo georgiano che in via non ufficiale stanno ripetendo la tesi che il vero Putin è defunto o malato, ed è stato sostituito. La prova? Da un po' di tempo a questa parte non ostenta più il perfetto tedesco che aveva appreso quando lavorava per il Kgb in Germania Est, e nelle occasioni ufficiali si fa assistere da un interprete. Questo tipo di leggende corrisponde a un plot classico eben attestato nella storia russa, anche se in passato più che su un vivo sostituito insistevano su un morto redivivo.
All'inizio del '600, ad esempio, ben tre persone affermarono di essere Dmitrij, figlio di Ivan il Terribile, miracolosamente scampato all'assassinio del 1591: un falso Dmitrij I che fu messo sul trono dai polacchi l'11 giugno 1605 e linciato il 27 maggio 1606; un Falso Dimitrij II che regnò su una parte della Russia tra 1607 e 1610 prima di essere anche lui assassinato; un Falso Dimitrij III insediato come zar il 2 marzo 1611 e a sua volta ucciso a luglio. Anche lo zar Pietro III, morto nel 1762 dopo essere stato fatto internare dalla moglie Caterina II, ebbe ben cinque reincarnazioni. La più famoso fu quella del contadino cosacco Emel'jan Ivanovil8IPugachëv, capo della grande rivolta narrata nella "Figlia del capitano" di Puskin. E più di recente ci fu l'Anastasia pretesa figlia di Nicola II scampata alla strage della famiglia da parte dei bolscevichi, e protagonista di un film e di un cartone animato.
La leggenda dei due Putin nacque nel 2015, quando Putin sparì misteriosamente dalla circolazione per una decina di giorni. Fu poi rilanciata con forza nel dicembre del 2016 dal Daily Star: un foglio inglese specializzato in gossip che sparò "Avvelenato e sostituito da un sosia". Secondo la teoria, l'uomo forte della Russia sarebbe stato ucciso nel 2014 da un complotto di Cia e MI6 e al posto suo sarebbe stato messo un alter ego. Il giornale non chiariva se da parte della Cia o da parte dello stesso potere russo. Altre prove: un confronto di foto, con il passaggio del neo sullo zigomo. «Vlad è cambiato molto negli ultimi anni». «La sua peggiorata capacità di parlare tedesco, e il divorzio da sua moglie dimostrano che il presidente russo non è il vero Vlad» e che il suo «doppio molto probabilmente è sotto il controllo della Cia».
In effetti il neo spostato può derivare semplicemente da una foto ribaltata al computer e le mogli non è che le cambiano solo gli alter ego. Il tema più forte è quello del tedesco meno fluente. Però si è risposto che l'uso dell'interprete può essere dovuto semplicemente alla necessità di farsi capire dalla gran parte dei russi nelle dirette tv, mentre magari un tedesco meno fluido dipende solo da una mancanza di pratica. Dopo tutto, sono ormai oltre 30 anni che Putin non risiede più in Germania. Anche il preteso controllo della Cia sembra in netto contrasto con una linea internazionale che invece rispetto agli Usa è entrata sempre più spesso in rotta di collisione. Semmai, potrebbero essere stati gli ambienti che ruotano attorno al suo potere ad avere interesse di blindarlo.
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In realtà nel febbraio del 2020 Putin con la Tass ha ammesso che esisteva un piano segreto per sostituirlo. Non però in chiave golpista, bensì per proteggerlo quando compariva in pubblico. «Ma io ho rifiutato di avere dei sosia». Secondo quanto ha spiegato, la questione si era posta nei primi anni Duemila, quando aveva lanciato una guerra feroce contro i separatisti della Cecenia. Ne erano seguiti attentati sanguinosi e sequestri di persona in massa, e il pericolo per la stessa vita del leader russo era percepito come reale. «Secondo il piano di allora», ha precisato Putin, «un sosia avrebbe dovuto prendere il mio posto in occasioni pubbliche pericolose, ma io non ho mai voluto che mi sostituissero».
Ma quella del sosia non è neanche la leggenda più estrema. Due fotografie di soldati sovietici apparse su internet e risalenti una al 1920 e l'altra al 1941 mostrano infatti volti talmente somiglianti a quello di Vladimir Vladimirovic da lasciare sbalorditi. E in Russia si è parlato allora sia di una presunta immortalità; sia di una macchina del tempo che gli permetterebbe di viaggiare nel passato.