Afghanistan, “tutto in mano a Draghi”: cosa pretende Biden, telefonata decisiva con Xi Jinping
Il caso Afghanistan è sempre più caotico. L’Europa teme l'arrivo in massa dei profughi afghani. Da qui l’attivismo di Mario Draghi, in qualità di presidente di turno, per mettere su un G20 straordinario a settembre. Ma per convincere Joe Biden, scrive Dagospia, che per la crisi afghana è necessario coinvolgere Cina, Russia, Turchia e Arabia Saudita non è per niente facile. Anzi, per partecipare alla riunione dei leader del mondo, Biden vuole,prima di tutto dal G7 in corso compattezza a favore della linea Usa.
Biden pretende poi da Draghi di sapere in anticipo quale sarà la posizione di Russia e Cina. Con Putin, che teme la diaspora afghana, il premier italiano ha già parlato, mentre domani mercoledì 25 agosto avrà un colloquio telefonico con il leader cinese, Xi Jinping. E’ ovvio che il presidente cinese in cambio di una eventuale partecipazione al G20 e ‘’appoggio’’ alla risoluzione degli stati occidentali vorrà una contropartita, dal 5G ai rapporti commerciali.
Draghi inoltre auspica un G20 in presenza dei leader, Biden no, lo vuole virtuale. Il premier italiano parla anche con Ursula von der Leyen: l'iniziativa della presidente della commissione Ue di aprire un corridoio umanitario per i profughi afghani è stata già bocciata da Austria, Ungheria e Slovenia. Come risposta la von der Leyen ha in testa di andare a maggioranza anziché all’unanimità. Intanto Biden è in mezzo a un conflitto tra il Pentagono che conferma il ritiro delle forze Usa entro il 31 agosto e il segretario di Stato Anthony Blinken che è contrario. "Sa bene che gli Stati Uniti rischiano di lasciare in mezzo a una strada i loro alleati occidentali, tutti localizzati sul territorio afghano ben lontani dall’aeroporto di Kabul", ricorda ancora Dagospia. Nel frattempo i tedeschi stanno negoziando con i talebani per rimpatriare le proprie truppe.