Ha fatto il giro del mondo lo sfogo brutale di Robert O'Neill, ex Navy Seal americano che sostiene di essere stato membro della squadra che si infiltrò nel compound di Abbottabad e uccise il leader dei terroristi islamici Osama Bin Laden nel 2011. Ora l'Afghanistan è tornato un campo di battaglia, e il marine prova "molta rabbia e tristezza" per come il governo e i vertici militari americani hanno organizzato la ritirata delle truppe da Kabul.
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"Questa storia è stata trattata con secondi fini politici e non in modo pragmatico e realistico. Potremo rivedere sempre le immagini ma la conclusione sarà sempre la stessa: dovevamo andare via nel 2005", spiega con lucida durezza l'ex militare intervistato dal quotidiano francese Journal du Dimanche. "La nostra missione iniziale era sconfiggere Al Qaeda e prendere Osama bin Laden. Quindi saremmo dovuti andare via subito dopo. Punto e basta. Assistere a un tale disastro è una vergogna. Sono molto triste soprattutto per quelli che sono morti laggiù".
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O'Neill era soprannominato "The shooter" per la sua abilità da cecchino con il mitra, e oggi lavora come conduttore per Fox News: "Abbiamo vinto tutte le battaglie e ucciso Bin Laden. Ma i talebani stanno costruendo una leggenda. Dopo i britannici e i russi tocca agli americani smammare e non hanno neanche dovuto combattere". Cosa dovrebbe (o cosa avrebbe dobuto) fare il presidente Joe Biden? "Posizionarsi al di fuori dall'Afghanistan" e "utilizzare lo spazio aereo per eliminare i terroristi". "Sapevamo dove stavano, bastava solo lanciare qualche bomba", conclude con amarezza.