Afghanistan, perché i talebani vogliono morto "l'amico" degli italiani: "Me la faranno pagare, tiratemi fuori"
In Afghanistan sono molti a sentirsi traditi dall’Occidente, che ha evacuato la capitale Kabul e lasciato il paese alla mercé dei talebani, che hanno preso il potere molto prima di quanto era stato previsto. D’altronde hanno trovato strada spianata dopo che gli accordi di Doha siglati da Trump e rispettati da Biden li hanno legittimati e rinforzati, facendo perdere totalmente credibilità al governo afghano.
Jailani Rahgozar è uno dei tanti afghani che si sente tradito: è stato a lungo collaboratore delle ong italiane, adesso si è fatto sentire da Herat, dove è costretto a nascondersi dai talebani. “Torno a implorare l’aiuto delle autorità italiane - ha dichiarato - tirateci fuori da questo inferno, vi prego. I talebani me la faranno pagare per l’aiuto fornito al vostro Paese”. Rahgozar è un uomo braccato, che vive nascosto a casa del suocero insieme alla moglie ed a due figli piccoli: “Nessuno di noi mette il naso fuori di casa, se mi dovessero fermare per un controllo sarebbe la fine, non avrei scampo”.
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“Non pensavo che la resistenza anti-talebana si liquefacesse così in fretta - ha testimoniato l’ex collaboratore - gli islamisti dicono che non faranno del male a nessuno, ma io non mi fido. Le informazioni girano e le loro violenze su larghe parti della popolazione si moltiplicano. Mi risultano uccisioni in vari distretti del Paese, non mi posso fidare. Non posso permettere - ha concluso - che i miei figli crescano in un Paese governato da gente del genere”.