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Coronavirus, la Cina incolpa l'Italia: "Circolava prima in Lombardia, ecco la nuova mappatura della pandemia"

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Il coronavirus? Tutta colpa dell'Italia. È questa l'assurda teoria che sta andando in giro diffondendo la Cina. Stando al Global Times, testata online semi-ufficiale del Partito comunista cinese, il Covid si stava "diffondendo in Italia molto prima che l'epidemia scoppiasse in Cina". Il tutto è racchiuso all'interno di un articolo sulle origini del virus, che per controbattere alle accuse provenienti degli Stati Uniti, tira in ballo anche Spagna, Brasile e Francia. Per Pechino "il mondo sta rifacendo la mappatura della storia della pandemia di Covid-19".

 

 

A sostegno di questa affermazione il Global Times cita alcuni studiosi per dimostrare che "si accumulano prove in paesi come gli Stati Uniti e l'Italia che suggeriscono che il coronavirus serpeggiava in diversi paesi al momento in cui è scoppiata l'epidemia nella città cinese di Wuhan". In particolare per quanto riguarda l'Italia cita uno studio apparso su The Lancet - che, precisa il giornale cinese, è stato pubblicato senza avere ricevuto una previa revisione - secondo il quale "il coronavirus circolava in Lombardia tra fine giugno e inizio agosto del 2019, mesi prima che precedenti scoperte scientifiche appurassero che il virus circolava nel paese a novembre del 2019".

 

 

E ancora, la testata prende ad esempio uno studio su 24mila campioni raccolti negli Stati Uniti dal National Institutes of Health. La ricerca suggerisce che sette persone in cinque Stati diversi possono essersi infettati ben prima che venissero confermati i primi casi a gennaio del 2020. Il giornale ha anche rintracciato alcuni utenti Twitter che sostengono di essersi ammalati di una strana influenza ben prima che la Cina annunciasse la pandemia. Infine viene Michael Melham, sindaco di Belleville, New Jersey, che a Fox News ha detto di avere riscontrato sintomi simili a quelli del Covid dopo essere tornato a novembre 2019 da una conferenza ad Atlantic City, ossia due mesi prima che venisse confermato il primo caso statunitense di coronavirus nello Stato di Washington.

 

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