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Euro 2020, Variante Delta impazzita: "Sì, c'è il rischio". Focolai e contagio a Wembley, verso il disastro

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Sullo sfondo di Euro 2020 che sta regalando gioie enormi e inaspettate all’Italia e al suo popolo, non si placa la polemica riguardante il Covid e in particolare la variante Delta. Quest’ultima è la mutazione più contagiosa finora riscontrata ed è ormai prevalente in Gran Bretagna, dove si disputano semifinali e finale della massima competizione calcistica europea. A spaventare è il fatto che a Wembley siano ammesse 60mila persone: probabilmente troppe, considerando la situazione epidemiologica attuale. 

 

 

Ieri i britannici hanno fatto registrare quasi 30mila nuovi contagi e quindi il governo guidato da Boris Johnson non è assolutamente nelle condizioni di poter garantire il rischio zero o comunque basso. Ufficialmente il ministro Kwarteng si è detto “fiducioso” di poter tenere a bada il rischio di un focolaio: insomma, gli inglesi non possono far altro che stare a guardare e pregare che non succeda un disastro, dato che ormai si sono inginocchiati alla Uefa e hanno preso decisioni senza alcun criterio. 

 

 

“Io penso che siamo in grado di gestire il rischio - ha dichiarato il ministro britannico a radio Lbc - ma non possiamo dire che i rischi non esistano quando si hanno migliaia di persone in un luogo. C’è sempre un margine di rischio nella vita: sono fiducioso che non vi sarà un grande focolaio, ma ora non possiamo garantirlo”. Tra l’altro il Regno Unito ha appena tolto tutte le restrizioni anti-Covid: sommando ciò ai 60mila ammessi a Wembley e alla variante Delta che sta già imperversando, ci sono tutti gli ingredienti per combinare un disastro epidemiologico. 

 

 

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