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Ratko Mladic, confermato l'ergastolo in appello: Srebrenica e assedio di Sarajevo, "colpevole di genocidio"

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Ratko Mladic è stato condannato in appello all’ergastolo da un tribunale delle Nazioni Unite, con le accuse di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Confermata quindi la sentenza di primo grado, emessa nel novembre del 2017, in cui Mladic era stato condannato per il suo ruolo nella guerra in Bosnia negli anni Novanta: nello specifico massacro di Srebrenica e nell’assedio di Sarajevo.

 

 

 Il processo d’appello era iniziato ad agosto dell’anno scorso dopo alcuni rinvii dovuti alle condizioni di salute di Mladic, che ha 78 anni. In primo grado il tribunale aveva condannato “il macellaio della Bosnia”, per 10 capi d’accusa su  11 e per cinque capi d’accusa relativi a crimini contro l’umanità, e quattro relativi a crimini di guerra.

 

 

 

Mladic, secondo la sentenza, "è stato responsabile di operazioni di pulizia etnica, sterminio, uccisioni, infrazioni delle leggi di guerra, deportazioni, atti disumani di dislocamento forzato, terrore contro i civili di Sarajevo, attacchi contro i civili e presa in ostaggio dei Caschi blu delle Nazioni Unite". Mladic a Srebenica ordinò il massacro di tutti i maschi adulti e adolescenti. In tutto, più di settemila persone furono uccise, in quello che fu l’episodio più sanguinoso del conflitto nella ex Jugoslavia, durato dal 1992 al 1995. Ed è stato condannato anche per aver diretto l’assedio di Sarajevo, durato quasi quattro anni e durante il quale migliaia di persone morirono uccise dai cecchini, dalle bombe o di fame. Nel 2019 il capo di Mladic, il leader politico dei serbo-bosniaci Radovan Karadžić, era stato condannato in appello all’ergastolo, con le accuse di genocidio, deportazioni, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. In primo grado era stato condannato a 40 anni di carcere per crimini di guerra e per il genocidio dei musulmani bosniaci avvenuto tra il 1992 e il 1995.

 

 

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