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Svizzera, "fine dei negoziati" con l'Unione europea: il nuovo fallimento di Bruxelles, le conseguenze della "piccola Brexit"

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Dopo mesi e mesi di acceso confronto, la Svizzera ha messo la parola “fine” riguardo alle negoziazioni sulle relazioni con l’Unione europea. Lo ha annunciato il capo del governo elvetico, Guy Parmelin che in una conferenza stampa ha riferito del mancato accordo che mirava a rendere omogeneo il quadro giuridico della partecipazione della Svizzera al mercato unico dell’Ue e ad istituire un meccanismo di regolamento delle controversie. “Ci rammarichiamo della decisione del Governo svizzero, visti i progressi compiuti negli ultimi anni per trasformare in realtà l’accordo quadro istituzionale” ha replicato la Commissione europea in una nota diramata poco dopo l’annuncio della decisione svizzera.

“Nella sua seduta del 26 maggio il Consiglio federale ha sottoposto i risultati dei negoziati sull’Accordo istituzionale a una valutazione globale e ha constatato che sussistono ancora divergenze sostanziali tra la Svizzera e l’Ue in alcuni settori chiavi. Dal suo punto di vista, le condizioni per una conclusione dell’Accordo non sono soddisfatte” si legge su una nota ufficiale pubblicata sul sito del Dipartimento federale svizzero degli affari esteri (DFAE). Sono due i motivi per cui Berna ha fatto saltare il banco: la libera circolazione delle persone, che avrebbe ampliato l’accesso agli europei ai servizi di assistenza sociale della Confederazione, e la creazione di un quadro giuridico standard per la partecipazione della Svizzera al mercato unico con l’istituzione di un meccanismo di risoluzione delle controversie davanti alla Corte di Giustizia Ue.

 

 

Una situazione per molti versi analoga alla Brexit, soltanto che in questo caso non si tratta di un Paese che esce dall’Unione, bensì di uno che ci pensa bene prima di limitare ulteriori fette di sovranità. Nel corso degli ultimi decenni, la Svizzera ha siglato più di 120 accordi bilaterali con l’Ue, che hanno garantito l’accesso senza confini al resto dell’Unione. Nel 1992, gli elvetici hanno gentilmente rispedito al mittente la proposta di aderire all’area economica europea. Gli accordi bilaterali causano tuttavia non poche problematiche: I frequenti cambiamenti delle normative europee, richiedono anche la modifica degli accordi tra Svizzera e Ue.

“Pensiamo che l’Unione europea debba ragionare profondamente sulla Brexit e sul ‘Nein’ della Svizzera ed evitare di bollare la decisione del Consiglio federale come una teoria del complotto di estrema destra” scrive Wolfgang Münchau su Eurointelligence. “Il nostro consiglio all’Unione europea è quello di offrire un tipo di adesione da membro associato che preveda l’unione doganale, ma non il mercato unico. Una sorta di “modello norvegese” inverso. In questo modo verrebbero rispettati i diritti democratici di ogni stato membro-e non, garantendo una scelta di vantaggi e obblighi. È quella via di mezzo, quella per cui il Regno Unito ha lasciato, a causare i problemi”.

 

 

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