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Cina, il razzo fuori controllo verso l'Italia. Vertice nella sede della Protezione civile

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 Il razzo cinese

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La Cina prova a rassicurare sul rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del razzo "Lunga marcia 5B" e definisce "estremamente bassi" i rischi per la ricaduta sulla Terra dei detriti del vettore che ha portato in orbita il 29 aprile scorso il primo modulo della nuova stazione spaziale cinese. Il timore degli scienziati di tutto il mondo è che i rottami possano causare danni schiantandosi al suolo, per quanto rimanga più probabile una loro caduta in mare. Sono perplessi gli scienziati americani che hanno avvertito che i detriti potrebbero schiantarsi su un'area abitata. E c'è preoccupazione anche in Italia. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin in risposta a una domanda diretta, ha affermato che la maggior parte delle componenti si distruggerà nel processo di rientro. "La possibilità di causare danni alle attività dell'aviazione e al suolo è estremamente bassa e le autorità segnaleranno tempestivamente la situazione".

Il problema è che non c'è nemmeno una data precisa per il rientro del razzo. Al momento sarebbe previsto il 9 maggio, ma con un'ampia finestra di incertezza. Ieri 6 maggio nella sede del Dipartimento della Protezione civile a Roma si è tenuto il primo incontro del tavolo tecnico che seguirà le operazioni del "rientro incontrollato" in atmosfera.

"Non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio". Alla riunione, in video collegamento, oltre all'Asi (Agenzia Spaziale Italiana), erano presenti un membro dell'ufficio del consigliere militare della presidenza del Consiglio, rappresentati del ministero dell'Interno - Dipartimento dei vigili del fuoco, della Difesa - Comando operativo di vertice interforze, degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione speciale di protezione civile della Conferenza delle Regioni.  

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