AstraZeneca, la causa Ue è una farsa? La clausola: "Escluso il ricorso in tribunale"
Potrebbe rivelarsi una farsa la causa avviata dall'Unione europea contro AstraZeneca per la mancata fornitura di due terzi delle 300 milioni di dosi di vaccino concordate. Questo, almeno, è quanto fa temere una consulenza redatta lo scorso agosto dalla multinazionale Deloitte per conto del governo belga. Gli esperti, in particolare, furono incaricati di verificare le bozze di contratto che la Commissione europea e l’azienda farmaceutica si apprestavano a firmare. Il documento, come riportato dal Giornale, lascia poco spazio ai dubbi. Insomma, il tentativo messo in atto da Ursula von der Leyen potrebbe essere soltanto una "operazione di immagine", un modo per cercare di sviare l'attenzione dai disastri commessi da Bruxelles sui vaccini e le forniture.
Nel contratto, infatti, si nota una grave mancanza: è assente qualsiasi riferimento a precise penali in caso di mancata consegna. L'articolo 5.1, nello specifico, "non prevede sanzioni nel caso quantità e date di consegna non vengano rispettate". Ancor più grave, poi, l'introduzione di una clausola che esclude esplicitamente la possibilità per l’Unione europea di intentare causa alla multinazionale nel caso di inadempimenti nelle forniture. Ciò rischia di compromettere fin dall’inizio il processo al via da oggi.
Mancanze e leggerezze contrattuali non di poco conto che, però, non hanno smosso affatto il governo belga nell'agosto del 2020. Nessuno, infatti, interruppe i lavori della Commissione, impegnata proprio in quei giorni a firmare l’accordo del secolo. Sorprende anche il modo in cui hanno agito i funzionari della Commissione incaricati di definire i contratti. Funzionari - come scrive il Giornale - "piegatisi alle richieste della controparte, accettando delle bozze contrattuali rivelatisi carta straccia dal punto di vista dell’interesse dei cittadini europei".