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Georges Tron, condannato per stupro ma fa ancora il sindaco. E il governo muto: un caso sconvolgente

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Una storia che mette i brividi e che sta scatenando proteste a ogni latitudine. Si tratta del caso di un sindaco francese condannato e incarcerato per stupro, che dalla sua cella continua ad amministrare la città in cui è stato eletto. La vicenda, raccontata dal Messaggero, è quella che ha come protagonista Georges Tron, 63 anni, era stato anche ministro durante uno dei governi della presidenza di Nicolas Sarkozy. Lo scorso febbraio, era stato condannato a cinque anni di prigione, due dei quali "sospesi", per stupro. La corte aveva riconosciuto l’aggravante del “vincolo morale” che avrebbe dovuto osservare nei confronti della sua giovane impiegata del comune di Draveil, a sud di Parigi. 

Ma ora il The Guardian, in un lungo e appassionante reportage, riferisce che Tron dalla sua cella ha rifiutato di lasciare l’incarico e ha continuato ad amministrare la sua città, che conta trentamila abitanti, scrivendo lettere al suo staff e descrivendo il suo status di detenuto come un semplice “impedimento”. Infatti, il sindaco imprigionato si continua a dichiarare innocente.

Questa settimana, così, il consiglio municipale si è aperto in un modo surreale, con un membro dello staff di Tron che leggeva una lettera del sindaco, con le sue direttive per il budget municipale. Immagini che ovviamente hanno scatenato rabbia e proteste, in primis da parte dell’opposizione. Gabrielle Boeri-Charles, eletta con Transition Démocratique, Écologique et Sociale, ha dichiarato che Tron non possiede più “l’autorità morale” di amministrare la città. Quindi manifestazioni in piazza contro il sindaco-stupratore. 

E per quanto possa sembrare incredibile, il governo ha rifiutato di intervenire sulla vicenda. In Senato, il caso ha provocato un duro intervento della socialista Laurence Rossignol. Ma Éric Dupond-Moretti, il ministro della giustizia che è anche un importante avvocato penalista, ha detto che sarebbe “”un’eresia” chiedere al governo di intervenire, per via del procedimento di appello ancora pendente". Insomma, per ora il sindaco condannato per stupro continua a fare il sindaco. Dal carcere.

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