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Russia, Putin muove le truppe al confine. Ultimatum-Nato: "Si fermi subito", venti di guerra nel cuore dell'Europa

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Torna a salire la tensione al confine ucraino: sei jet della Royal Air Force sono diretti verso l’Europa Orientale in risposta all’invio di truppe russe. Il ministero della Difesa ha assicurato che questi dispiegamenti sono di routine, ma il tempismo è sospetto dato che la situazione politica è piuttosto tesa. Nelle scorse ore, infatti, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lamentato di essere ancora in attesa di una riunione con Vladimir Putin da tre settimane. Il suo portavoce ha dichiarato che “ci auguriamo vivamente che questo non sia un rifiuto del dialogo”. 

Il governo ucraino ha stimato che la Russia ha inviato circa 41mila soldati al confine dell’Ucraina orientale e 42mila in Crimea: non solo, perché è stato paventato il rischio di altri arrivi. Il Cremlino ha invece fatto sapere che si tratta di una esercitazione e non di una minaccia. Difficile credere a questa versione, considerando che dal 2014 ad oggi si contano più di 14mila morti negli scontri al confine: gli esperti di sicurezza temono che la Russia possa occupare altre zone dell’Ucraina orientale in difesa dei madrelingua russi. 

Eventualità che preoccupa molto la Nato, il cui segretario generale ha ribadito la vicinanza dell’alleanza all’Ucraina: “Non riconosciamo e non riconosceremo l’annessione illegale e illegittima della Crimea da parte della Russia - ha dichiarato Jens Stoltenberg - continuiamo a chiedere alla Russia di porre fine al suo sostegno ai militanti nell’Ucraina orientale e di ritirare le sue forze dal territorio ucraino”. La replica russa è arrivata a stretto giro di posta ed è stata affidata al viceministro degli Esterni, Sergei Ryabkov: “Gli Stati Uniti e altri paesi della Nato stanno deliberatamente trasformando l’Ucraina in una polveriera. Se la situazione si aggrava, ovviamente faremo di tutto per garantire la nostra sicurezza e l’incolumità dei nostri cittadini, ovunque si trovino”. 

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