Morte del principe Filippo, la reazione estrema della tribù di Vanatu: nel bel mezzo del Pacifico...
Non solo principe e marito della Regina Elisabetta, ma anche Dio. Filippo di Edimburgo, morto qualche giorno fa a 99 anni, veniva venerato come una divinità dalla tribù di Vanuatu. Si tratta degli abitanti di un’isola dell’Oceano Pacifico, Tanna, appartenente all’arcipelago delle Vanuatu, un’ex colonia anglo-francese, ora parte del Commonwealth. Filippo aveva dato vita a un culto religioso vero e proprio, detto “Prince Philip Movement”.
Tutto nasce negli anni Settanta, quando il duca e la Regina Elisabetta passarono davanti all’isola a bordo dello yacht reale. Era il 1974 e il capo della tribù, Jack Naiva, incontrò Filippo in mare. In seguito ha raccontato: “Me lo ricordo come se fosse oggi. Alto, fiero, con la sua uniforme bianca sul ponte della nave, sembrava proprio un messia”. Come spiega il Giorno, il fatto che il principe avesse la pelle bianca non ha mai rappresentato un problema per la tribù. Stando a una loro leggenda, Filippo era di razza bianca solo perché si era rotolato su una barriera corallina che gli aveva esfoliato la pelle, trasformandolo da nero a bianco.
Vedendo il duca di Edimburgo come loro Dio, gli isolani gli inviarono a Backingham Palace un nal nal, un bastone cerimoniale da caccia, chiedendo di avere una prova dell’avvenuta consegna. Ecco perché poi Filippo si fece fotografare con quel bastone in mano e inviò l’immagine agli isolani insieme ai suoi ringraziamenti. La foto oggi è usata come un santino in tutti i luoghi pubblici dell’isola. La leggenda racconta, inoltre, che dopo la morte di Filippo, il suo spirito ritorna all’isola. Adesso dovrebbe essere il figlio di Filippo, Carlo, a prendere il posto del padre.