Sputnik, dubbi sui test effettuati sul vaccino russo: l'Ema avvia un'indagine, "violazioni etiche e scientifiche"
Dopo AstraZeneca è la volta di Sputnik V. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) non nasconde dubbi sul vaccino russo, tanto che settimana prossima avvierà un’indagine per verificare se i test clinici abbiano violato gli standard etici e scientifici concordate a livello internazionale. A darne notizia è il Financial Times che riporta alcune fonti vicine al dossier. "La conformità a questo standard fornisce la garanzia che i diritti, la sicurezza e il benessere dei partecipanti alla sperimentazione siano protetti e che i dati della sperimentazione clinica siano credibili", ha commentato l'Ema mentre il vaccino russo attende anche il via libera sul mercato europeo.
A far sollevare qualche sospetto, spiega l'Ft, sono state alcune denunce arrivate da militari e dipendenti pubblici russi che - a loro dire - avrebbero ricevuto pressioni dai loro superiori per sottoporsi ai test clinici. Una notizia, questa, rilanciata anche dall'agenzia Reuters che aveva riferito che alcuni dei partecipanti avevano dichiarato di essere stati spinti dai loro superiori. Kirill Dmitriev, capo del Fondo russo, ha però negato: "Non c’era pressione e Sputnik V ha rispettato tutte le pratiche cliniche".
Intanto però c'è chi si sta già muovendo per accaparrarsi l'antidoto contro il coronavirus. Si tratta dell'Austria che, tramite il suo cancelliere Sebastian Kurz, non ha escluso che approvi il vaccino Sputnik V prima dell’Ue. "L’uso del vaccino russo Sputnik in Austria — ha detto — sembra abbastanza realistico". Il vaccino infatti è già somministrato in Ungheria, in Slovacchia e a San Marino. Mentre a Bruxelles rimangono restii. Tra i motivi per cui l'Europa non crede nello Sputnik V il fatto che Mosca abbia difficoltà produttive e il fatto che prima e seconda dose sono differenti. Si tratta infatti di due adenovirus diversi, come se fossero due vaccini e cioè due diverse linee produttive.