AstraZeneca, "per la seconda dose usate un altro vaccino". Nuovo siluro dalla Germania
La Germania stoppa ancora AstraZeneca. La commissione permanente sui vaccini tedesca, Stiko, ha infatti raccomandato che le persone sotto i 60 anni che hanno ricevuto la prima dose del farmaco anglo-svedese contro il Covid-19 siano immunizzate con un vaccino diverso nella seconda dose. Lo ha riferito il Deutsche Welle, che parla di una bozza di documento della commissione di esperti che fa riferimento al Robert Koch Institut. Qui ci sarebbe scritto nero su bianco che per la seconda dose è preferibile un vaccino mRna, cioé quelli di BioNTech/Pifzer oppure Moderna, entrambi approvati per la Germania.
Thomas Mertens, a capo della Stiko, ha detto a Der Spiegel che al momento si può solo ipotizzare il rischio di una doppia vaccinazione con AstraZeneca: "A mio avviso, l'ovvia via d'uscita è non provarlo affatto, ma dare un vaccino a mRNA come alternativa di sicurezza". La Germania, seguendo una raccomandazione della stessa commissione indipendente, i cui pareri non sono vincolanti, ha già stabilito che il vaccino AstraZeneca sia somministrato solo alle persone con più di 60 anni. Su 2,7 milioni di dosi del farmaco inoculate nel Paese sono stati segnalati 31 casi sospetti di trombosi, di cui nove decessi.
Chi tira dritto è invece il Regno Unito, che nelle ultime 24 ore ha confermato 3.402 nuovi casi di Covid-19, il dato più basso da settembre. L'Agenzia di regolamentazione dei farmaci britannica ha segnalato 25 nuovi casi di trombosi, per un totale di 30 casi a partire dal 24 marzo, ma ha ribadito che i benefici del farmaco AstraZeneca continuano a superare i rischi. Lo stesso parere era stato espresso anche dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema) nelle scorse settimane.
Sul fronte della disponibilità dei vaccini, il commissario europeo Thierry Breton, ha assicurato che la capacita di produzione dell'Ue "sta aumentando rapidamente", dopo le polemiche che hanno travolto il blocco per l'avvio lento della campagna d'immunizzazione. "A gennaio sono state prodotte 14 milioni di dosi, a febbraio 28 milioni, a marzo ne aspettiamo più di 60 milioni, e nel secondo trimestre avremo almeno 100 milioni di dosi al mese", ha detto il commissario sottolineando che sulla base di queste cifre, "ci aspettiamo che l'Europa sia in grado di produrre e consegnare entro la metà di luglio agli Stati membri dosi sufficienti per raggiungere l'immunità del 70% della popolazione adulta".