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AstraZeneca, indiscrezioni: la Ue pronta alla battaglia legale, l'ultima pericolosa mossa di Ursula von der Leyen

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Continua a far discutere il vaccino prodotto dall'azienda anglo-svedese AstraZeneca. Ormai non tanto più per i rischi, giudicati "nella norma" dall'Agenzia europea per il farmaco (Ema), bensì per i commercio del preparato su scala globale. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono le 29 milioni di dosi stoccate nello stabilimento della Catalent di Anagni, scoperte grazie a un blitz dei carabinieri dei Nas. La vicenda, che per certi versi richiama la notte di Sigonella, quando Bettino Craxi aveva difeso la sovranità del territorio italiano, acclama ora una gestione simile della situazione da parte del premier Mario Draghi. Tuttavia, l'ex presidente della Bce ha dichiarato semplicemente di "sorvegliare" gli sviluppi con scrupolo.

 

 

Tanto per cambiare quindi, la situazione è nelle mani della Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Secondo quanto riporta La Stampa, Bruxelles si sarebbe stancata della poca chiarezza finora trasmessa da AstraZeneca. Il sospetto è che i ritardi nella consegna dei dati all'Ema, prima quelli per ottenere l'approvazione del vaccino e poi quelli per la certificazione degli stabilimenti di produzione, siano in realtà una tattica per avvantaggiare il Regno Unito. Il Paese guidato da Boris Johnson ha continuato a ricevere tutte le dosi previste dal contratto firmato in casa, mentre l'Ue nei primi sei mesi del 2021 otterrà, nelle migliore delle aspettative, 180 delle 300 milioni di dosi previste.

 

 

Nel frattempo, dopo un silenzio quasi interminabile durato quattro giorni, AstraZeneca ha dichiarato che i 29 milioni vaccini, verranno così distribuiti: 16 milioni andranno agli Stati Ue e 13 milioni ai Paesi poveri del progetto Covax. La portavoce del governo francese, Gabriel Attal, ha dichiarato che "si tratta di una situazione totalmente inaccettabile. L'Unione europea non sarà lo zimbello della vaccinazione". A quanto pare sembra però proprio questa la figura che sta facendo a livello internazionale.

 

 

Basta tornare indietro alla scorsa estate per notare come la maggior parte dei governi europei siano andati all-in sul vaccino AstraZeneca. Italia, Francia, Germania e Paesi Bassi avevano ai tempo inaugurato "l'alleanza per il vaccino", negoziando il primo contratto con AstraZeneca. Contratto poi spacciato come un successo clamoroso, senza eguali a livello internazionale. Molto più economico degli altri preparati e più facile da gestire logisticamente per la sua temperatura di conservazione, il vaccino anglo-svedese sembrava il prodotto da acquistare. Poi il ritardo nella consegna del dossier all'Ema, i tagli alle forniture e infine il blocco della somministrazione da parte degli Stati Ue. Negli ultimi giorni, la Commissione ha inviato una lettere di diffida ad AstraZeneca. Potrebbe essere il primo passo verso una battaglia legale, che tuttavia non farebbe altro che minare ulteriormente la credibilità dell'Unione europea, creando ulteriore caos nella campagna vaccinale.

 

 

 

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