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AstraZeneca, l'azienda inglese tiene 30 milioni di fiale in un capannone ad Anagni: l'Ue minaccia lo stop dell'export

 Il vaccino AstraZeneca

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Quasi trenta milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca sono nascoste nello stabilimento della Catalent di Anagni. Lo hanno scoperto le autorità italiane, su segnalazione della Commissione europea, dopo che le fiale erano pronte per essere spedite nel Regno Unito. Dopo questa scoperta è in corso una disputa tra Bruxelles e Londra per decidere a chi debbano andare queste fiale.  Con quel numero cambierebbero molte cose, in un senso o  nell'altro: sia che fossero a disposizione dell'Europa che del governo Johnson. Il piano vaccinale di entrambi i contendenti subirebbero un grosso passo avanti: ecco perché le trattative sono molto serrate.

 

 

Per l'Ue, scrive la Stampa, "si tratta di una fornitura pari al doppio delle dosi sin qui ricevute dall'azienda anglo-svedese (16,6 milioni), per i britannici invece quelle fiale sono indispensabili per garantire a quasi quindici milioni di cittadini la seconda dose. Altrimenti il successo del piano vaccinale di Londra rischia di sgretolarsi". A scoprire il giochetto di AstraZeneca è stato il commissario Thierry Breton, ma ad oggi  non ha ancora ottenuto l'autorizzazione da parte dell'Agenzia europea del farmaco. E senza quel via libera le dosi non possono essere consegnate ai Paesi Ue. Discorso che non vale per il Regno Unito.

 

 

Dalla Ue fanno sapere che molto delle dosi, "è molto probabile che in una prima fase siano state spedite nel Regno Unito", fino al 1 febbraio, quando è entrato in vigore il regolamento Ue per il controllo dell'export. Anche perché Bruxelles non avrebbe autorizzato la vendita nel Regno Unito. Breton ha anche chiesto chiarimenti a Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca, che però non ha fornito spiegazioni. Si è così scoperto che neui frigoriferi dei capannoni del sito laziale ci sono 29 milioni di dosi del vaccino, fiale già pronte per essere iniettate che AstraZeneca puntava a spedire nel Regno Unito e non nei Paesi dell'Unione europea. Anche a dicembre, AstraZeneca non aveva presentato tutti i dati all'Ema per l'autorizzazione del vaccino. Mossa sospetta, "visto che in seguito a quello slittamento il volume di dosi da consegnare all'Ue nel primo trimestre era stato rivisto al ribasso: dai 120 milioni previsti nel contratto si era scesi a 90-100 milioni, poi ridotti a 40 milioni e infine a 30 milioni", scrive la Stampa che ricorda che l'azienda ad oggi ne ha consegnate solo la metà.

 

 

 

 

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