Goldman Sachs, dipendenti come schiavi? La lettera di supplica ai capi: quante ore lavorano a settimana
“Siamo trattati come schiavi”: la denuncia arriva da un gruppo di neolaureati assunti come analisti dalla Goldman Sachs, la più celebre banca d’affari americana. La delicata questione è emersa da un questionario sulle condizioni di lavoro dei dipendenti. La descrizione che ne è venuta fuori, come riporta il Corriere della Sera, è folle. Si parla di settimane lavorative di 95 ore con punte di 105, con cinque ore di sonno per notte, necessità di assistenza psichiatrica e perfino abusi da parte dei capi: una condizione di lavoro che può essere definita disumana.
La Goldman Sachs ha confermato la vicenda, ammettendo che in alcuni casi nell’ultimo anno la pressione è stata piuttosto elevata, per via degli ingenti investimenti da parte dei clienti della banca e del conseguente aumento della mole di lavoro. È anche vero, però, che la gavetta è dura e all’inizio i giovani si impegnano più del dovuto nella speranza di diventare un giorno partner superpagati dall’azienda. Basti pensare che solo un dipendente al primo anno, secondo Business Insider, percepisce in media uno stipendio di 91 mila dollari più un bonus che varia dai 45 ai 100mila dollari.
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A preoccupare, in ogni caso, è il superlavoro, esercitato non per libera scelta ma a causa di regole imposte dai vertici. Un fatto grave, soprattutto se si pensa che situazioni del genere erano già state denunciate in passato. Nel 2015, per esempio, un dipendente della banca si suicidò proprio per lo stress legato al lavoro intenso: si era lamentato di aver lavorato cento ore a settimana, con notti intere passate alla scrivania.
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