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Meghan Markle strangolata dalla Regina Elisabetta: un'immagine terrificante, si scatena il caos

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Il caso-Meghan Markle si arricchisce di un nuovo capitolo. Un altro capitolo polemico, come se la tempesta scatenata dall'intervista di Meghan e del principe Harry non fosse abbastanza. In questo caso, la stoccata arriva dalla Francia, da Charlie Hebdo, il settimanale che non perde l'occasione per fare la sua satira feroce, pungente, allusiva. Una prima pagina, quella di Charlie Hebdo, che scatena uno scontro tra Francia e Regno Unito.

 

Nella vignetta di prima, sotto al titolo "perché Meghan ha lasciato Buckingham", ecco la regina Elisabetta che con faccia demoniaca tiene a terra Meghan Markle con il ginocchio. Meghan, per inciso, è disegnata come George Floyd e risponde: "Perché non potevo più respirare". Evidente il riferimento alla morte dell'afroamericano per asfissia, il caso che innescò una serie di violentissime rivolte del movimento "Black lives matter" negli Stati Uniti. Una prima pagina, quella di Charlie, che di fatto accredita le tesi di Meghan e rilancia le accuse di razzismo contro la Corona.

Scontate le proteste oltremanica: "Charlie Hebdo, è un falso a tutti i livelli" ha twittato Halima Begum, presidente del gruppo di riflessione sulla lotta contro il razzismo, Runnymede Trust. E ancora: "La regina come assassina di George Floyd che schiaccia il collo di Meghan? Meghan che dice di non poter respirare - continua il tweet -? È una cosa che non supera nessun limite, che non fa ridere nessuno e non fa male al razzismo. Riduce i problemi e provoca un'offesa, a tutti i livelli", ha conclsuo la Begum su Twitter.

 

Ad indignarsi anche il collettivo Black and Asian Lawyers For Justice: è una copertina "di un razzismo scandaloso, disgustosa e fascista", hanno tuonato. E ancora: "Si tratta di una risposta mediocre e mal pensata di Charlie Hebdo che acuisce il problema. Questa forma di satira semplicistica non ha posto nella lotta contro il razzismo". Una vignetta che, ovviamente, sta facendo molto discutere.

 

 

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