Germania, scandalo mascherine: trema Angela Merkel, "250mila euro a due parlamentari della Cdu"
Terremoto tra le file della CDU, partito tedesco guidato dalla cancelliera Angela Merkel. Due deputati del partito conservatore sono finiti al centro di uno scandalo che riguarda la compravendita di mascherine. Nikolas Löbel (CDU) e Georg Nüßlein (CSU, ramo bavarese dell'Unione Cristiano-Democratica) sono sospettati di corruzione, in quanto avrebbero intascato somme a sei cifre per favorire determinate aziende nella compravendita di dispositivi di protezione individuale. In seguito alle pesanti accuse, i due deputati del Bundestag hanno rassegnato le dimissioni. "È stato sfruttato il proprio mandato politico per trarre un profitto personale dall'emergenza sanitaria" ha dichiarato Andreas Jung, capogruppo CDU per il Land Baden-Württemberg.
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I due parlamentari avevano inizialmente aspettato gli sviluppi della situazione, prima di rassegnare le dimissioni. In seguito all'inchiesta pubblicata venerdì 5 marzo 2021 dal rinomato Spiegel, secondo cui Löbel avrebbe intascato 250.000 euro, il deputato ha annunciato le dimissioni nel Bundestag, dichiarando allo stesso tempo che non si candiderà alle prossime elezioni parlamentari di settembre. Stessa sorte anche per Nüßlein, che ha dichiarato di rassegnare le dimissioni per "evitare di arrecare uno svantaggio politico" al partito di Angela Merkel, che prossimamente verrà rimpiazzata alla guida da Armin Laschet. Nüßlein e Löbel avevano inizialmente deciso di rimanere in carica fino al termine del mandato, scatenando forti critiche da parte dei leader conservatori: "Löbel e Nüßlein devono fare un passo indietro e rassegnare immediatamente le dimissioni del loro mandato in parlamento" aveva affermato il ministro della difesa Annegret Kamp-Karrenbauer (CDU).
Dimissioni che alla fine sono arrivate formalmente nella giornata di lunedì 8 marzo. Uno schiaffo in vista delle prossime elezioni amministrative che vedono la CDU/CSU scendere il consenso di due punti percentuali (32%) rispetto alla settimana precedente. Non è il primo caso di sospetta corruzione all'interno del partito conservatore. L'anno scorso il giovanissimo Philipp Amthor aveva dovuto rinunciare alla corsa elettorale per diventare presidente del Land Mecklenburg-Vorpommern in seguito ad uno scandalo di lobbying. Era infatti emerso un conflitto d'interesse di Amthor in relazione a una società tecnologica americana attiva in Germania e di cui il deputato era appena diventato membro del Board of Directors. Amthor aveva ammesso l'errore e si era subito ritirato dalle elezioni presidenziali. L'opposizione aveva richiesto ad alta voce l'istituzione di un registro del lobbying per tracciare gli incontri tra lobbyisti e politici. Ad oggi in Germania gli incontri non vengono ancora annotati in maniera adeguata, in contrapposizione al criterio numero 1 alla base di un efficace processo di lobbying: la trasparenza. E pensare che in Italia non esiste nemmeno una legge a riguardo.