Morte Luca Attanasio in Congo, ammazzato perché "sapeva troppo sulle uccisioni di massa": una pista inquietante
Si infittisce il mistero sulla scomparsa di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano in Congo, ucciso insieme al carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo. Spunta adesso una nuova pista nelle indagini sulla morte del diplomatico: potrebbe essere stato assassinato nell'"Operazione Milano", organizzata dal colonnello Jean Claude Rusimbi, signore della guerra del vicino Ruanda, indagato dalla Corte internazionale per crimini contro l'umanità.
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Quest’ipotesi investigativa è stata indicata dai missionari comboniani, come riporta TgCom24. Il colonnello Rusimbi, in particolare, aveva appreso che Attanasio "era venuto a conoscenza di molte informazioni su diverse uccisioni di massa e voleva visitare i siti sospetti". Ecco perché poi avrebbe progettato di eliminarlo. Nello specifico, Rusimbi avrebbe inviato il luogotenente Didier nei pressi di Goma, "con altri quattro soldati addestrati come killer", con l’intenzione di fermare il lavoro di Attanasio. Una volta portato a termine l’omicidio, gli esecutori sarebbero tornati a Rubavu, in Ruanda. Questa l'idea che si sono fatti i missionari comboniani da tempo radicati nella Repubblica del Congo.
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L’ambasciatore italiano, insomma, stava facendo più di quanto avrebbe dovuto: stava verificando la reale destinazione degli aiuti per le missioni umanitarie, indagando anche sulle uccisioni di massa della zona. Un’attività che aveva insospettito le autorità ruandesi. Il presunto mandante, infatti, sarebbe addirittura Paul Kagame, da oltre 20 anni presidente del Ruanda.
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