Vaccino, l'Europa si muove per Sputnik: "Al via la valutazione, tempi rapidi", la promessa dell'Ema
Il vaccino russo anti-Covid, lo Sputnik, è in corso di valutazione all'Agenzia europea del farmaco (Ema). A comunicarlo è l'Ema stessa, che afferma che la decisione del Chmp (comitato per i medicinali umani) di dare il via a una revisione continua di Sputnik V (Gam-Covid-Vac) si basa sui risultati di studi di laboratorio e studi clinici negli adulti. Queste ricerche indicano che lo Sputnik V innesca la produzione di anticorpi e cellule immunitarie che prendono di mira il coronavirus Sars-CoV-2 e possono aiutare a proteggere dal Covid-19.
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Nella nota l'Ema dichiara che valuterà i dati non appena saranno disponibili per decidere se i benefici superano i rischi. "La revisione continua proseguirà fino a quando non saranno disponibili prove sufficienti per la domanda formale di autorizzazione all'immissione in commercio".
E promette di stringere i tempi. L'Agenzia europea del farmaco, si legge nel comunicato, "valuterà la conformità" del vaccino russo "Sputnik V ai consueti standard dell'Ue in materia di efficacia, sicurezza e qualità". E "sebbene non sia in grado di prevedere le tempistiche generali, dovrebbe richiedere meno tempo del normale per valutare un'eventuale domanda a causa del lavoro svolto durante la revisione continua".
Sulla questione dei vaccini e sulla necessità di una accelerazione si era espresso con forza ieri 3 marzo anche Matteo Salvini che, dopo un incontro con i rappresentanti della Repubblica di San Marino, dove è in uso anche il siero russo Sputnik, aveva detto: "Prima mettiamo in sicurezza gli italiani, prima torniamo a vivere tranquillamente. Se San Marino finisce il suo piano vaccinale ad aprile mentre i due terzi d'Italia ad aprile saranno ancora in alto mare, chiusi e preoccupati vuol dire che da questo punto di vista San Marino ha lavorato bene e noi dobbiamo lavorare meglio". Fanno bene, aveva concluso il leader della Lega, quei governi che "si muovono a 360 gradi" nella ricerca delle dosi, e bisogna correre, senza aspettare i tempi di Bruxelles, era stato il suo messaggio.
Il problema principale, infatti, resta la carenza di fiale e la poca affidabilità dimostrata dalle case produttrici. La caccia alle dosi è sempre aperta e, in attesa dei tempi, ancora lunghi, per una eventuale produzione italiana, si guarda alla riunione dell'11 marzo in Ema, quando potrebbe arrivare l'ok al quarto vaccino: quello monodose della Johnson & Johnson. Intanto però, l'Europa deve stringere i tempi.