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Brasile, vaccino d'elite: 200 dollari a dose, solo i ricchi possono permetterselo, gli altri si arrangiano

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Solo i ricchi potranno vaccinarsi in Brasile. Le dosi arrivate nel Paese sono troppo poche se messe a confronto con la popolazione destinata a ricevere il farmaco. Le dosi a disposizione, nello specifico, sono 13,9 milioni a fronte di 210 milioni di abitanti, e la copertura è dell’1 per cento dal 18 gennaio. Ecco perché chi può permetterselo, paga cifre esorbitanti pur di ricevere il siero. Tanto che si parla addirittura di vaccino d'elite. La responsabilità è in primis di chi ha gestito la pandemia fin dall'inizio, il presidente Jair Bolsonaro, malvisto anche all'interno del suo stesso partito, che ne ha chiesto l'impeachment.

 

 

 

Come documenta il Fatto Quotidiano, le poche fiale di vaccino in circolo spingono persone come il manager Eduardo Menga e sua moglie a pagare 200 dollari a dose per vaccinarsi prima degli altri, grazie a un accordo della catena di cliniche private che mette in lista i ricchi. Si tratta insomma di veri e propri privilegiati che "senza togliere nulla al sistema pubblico", come spiegato dallo stesso Eduardo all’Ap, si immunizzano dal Covid prima di tutti gli altri. In questo modo, quindi, le diseguaglianze presenti nella società brasiliana aumentano sempre di più. I vaccini privati ne sono una dimostrazione. Per non dimenticare, nei mesi scorsi, il mercato nero dell’ossigeno

 

 

 

Ancora più grave, poi, il caso - ricordato dal Fatto - di alcuni dipendenti della Corte Suprema che, per essere inclusi nelle liste dei prioritari insieme agli operatori sanitari, dopo aver ricevuto un no come risposta, hanno provato a tenere 7mila dosi di siero per sé e le proprie famiglie. Intanto non sono di conforto le parole del presidente, secondo il quale per immunizzare la popolazione ci vorranno 16 mesi, mentre per gli under 65 se ne riparlerà l'anno prossimo. "Se questa storia va avanti, avremo due file: quella di chi può pagare 200 dollari e potrà vaccinarsi la prossima settimana, e un’altra di chi non può permetterselo che non scorrerà per mesi”, ha spiegato ad Ap Gonzalo Vecina, capo dell’agenzia sanitaria brasiliana dal 1999 al 2003.

 

 

 

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