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Donald Trump, la bomba nel libro: "Ragazze seminude e tracce di sperma sui pantaloni, ecco la foto con cui la Russia lo ricattava"

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Da sempre accusato dai detrattori di essere una sorta di presidente - ormai ex presidente - al servizio di Vladimir Putin e della Russia, ora su Donald Trump si abbatte anche quanto rivelato da un un giornalista investigativo, Craig Unger, nel libro American Kompromat, da alcuni giorni nelle librerie degli Stati Uniti. La sintesi? Il tycoon sarebbe stato vicinissimo al Kgb, che aveva puntato su di lui fin dagli anni della gioventù. Il volume è il seguito del best seller: House of Bush, House of Saud, and House of Trump, House of Putin, nel quale l'autore ha denunciato i legami con le potenze straniere che avrebbero condizionato le scelte di politica estera dei due presidenti.

 

Secondo quanto scritto da Unger, Trump sarebbe una sorta di "uomo del Kgb" da 40 anni, e i russi lo avrebbero salvato più volte dalla bancarotta. Nel volume, lo scrittore  parte dall'acquisto per un semplice dollaro dell'Hotel Commodore di Manhattan, un palazzo fatiscente gravato da debiti e da costi di manutenzione, che permise a Trump nel 1976 di fare il salto dalla periferia al cuore di New York. Edificio nel quale avrebbe comprato televisioni da un negozio sulla 23esima strada che recava all'esterno la scritta "si parla russo". Uno dei proprietari era Semyon Kislin, un ebreo ucraino emigrato quattro anni prima che si era specializzato nella vendita di macchine fotografiche e registratori dei quali era vietata l'esportazione verso la Russia, a beneficio dei funzionari diplomatici che transitavano a New York, sottolinea Il Messaggero, che tratta approfonditamente la vicenda. 

 

E ancora, scrive il quotidiano capitolino: "Di fatto i rapporti tra Trump e gli oligarchi russi è divenuto fiorente negli anni successivi. I possidenti moscoviti, ma anche noti malavitosi e capimafia russi sono divenuti grandi clienti delle operazioni immobiliari del gruppo newyorkese, alcune delle quali sono state finanziate con triangolazioni su banche estere che avevano rapporti con quelle russe". 

E ancora, le libro si parla di una triangolazione tra Trump, Jeffrey Epstein e fonti russe con le quali il finanziere di New York sarebbe stato in contatto. E ancora, legata a Epstein, una teoria dirompente: secondo quanto scritto da Unger, Epstein aveva foto di Trump circondato da ragazze in topless, una di queste con tracce di sperma sui suoi pantaloni. Foto che sarebbero state consegnate da Epstein ad alcuni russi e che poi sarebbero finite al Cremlino. Carte che la Russia si sarebbe poi giocata per facilitare l'ascesa del tycoon verso la Casa Bianca. L'inchiesta sul Russiagate, lo si ricorda, ha confermato che la Russia avrebbe voluto facilitare l'elezione di Trump, anche se il procuratore Muller non ha trovato alcun tipo di prova relativa alla presunta concussione tra il presidente e i servizi di Mosca.

 

 

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