Vaccino, guerra tra AstraZeneca e l'Ue: "Non ricaviamo un soldo", "Pubblichi il contratto"
Volano stracci tra l'Unione europea e Astrazeneca. I ritardi e i ridimensionamenti sulle dosi di vaccino contro il coronavirus (Italia compresa), hanno mandato su tutte le furie l'Ue. L'azienda farmaceutica - è l'accusa - non ha rispettato il contratto stipulato. I rappresentanti dell'Unione europea e quelli di AstraZeneca si sono incontrati ben due volte. Ma l'esito è stato inconcludente. Così era previsto per oggi, 27 gennaio, un nuovo faccia a faccia. Peccato però che la società britannica abbia rifiutato il meeting previsto per le 18.30. Secondo il ministro della Salute austriaco, citato da Reuters, l’incontro è stato riprogrammato per giovedì. Una decisione, spiegano fonti dell’Ue all’agenzia Ansa, presa dall'Europa. L'Ue non ha alcuna intenzione di chiudere un occhio. Tantomeno che i summit vengano cancellati di fronte a quella che ancora risulta un'emergenza.
"Ci piacerebbe riuscire a produrre di più", ha detto l’amministratore delegato di AstraZeneca, Pascal Soriot, in un tentativo di giustificarsi. E ancora: "A febbraio consegneremo all’Europa una quantità soddisfacente, simile agli altri produttori e all’Italia 2,5 milioni di dosi”. Soriot ha poi spiegato che "la produzione del nostro vaccino è composta da due fasi: una è la creazione del principio attivo in due stabilimenti in Belgio e Paesi Bassi, l’altra è la resa in farmaco, in due centri in Germania e Italia, ad Anagni, dove state facendo uno straordinario lavoro. Le difficoltà nascono nella prima fase. Alcuni siti generano più 'raccolto', altri meno, come purtroppo accaduto in Europa. Queste disfunzioni capitano quando si aumenta la produzione a centinaia di milioni di dosi di un nuovo vaccino. Abbiamo due mesi di ritardo, ma risolveremo questi problemi".
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Infine la frecciatina: "Al momento, all’Europa va il 17 per cento della produzione totale del nostro vaccino nonostante gli europei siano il 5 per cento della popolazione mondiale. E poi questo è un vaccino no profit per noi. Non ne ricaviamo un soldo". Ma l'Ue non ha alcuna intenzione di indietreggiare: "Quando hanno firmato l'accordo, lo hanno fatto sulla base della capacità di produrre", ha detto Eric Mamer, portavoce della Commissione. Infine l'appello da Bruxelles: "Si pubblichi il contratto".