Melania Trump "delusa e scoraggiata". Assalto al Campidoglio, il sospetto: scarica il presidente Donald?
"Delusa e scoraggiata". Melania Trump si definisce così in una nota ufficiale della Casa Bianca: la moglie del presidente Donald Trump condanna "in modo assoluto la violenza" messa in atto dai sostenitori trumpiani che il giorno dell'Epifania hanno assaltato il congresso americano. Nei tumulti di Capitol Hill sono morte 5 persone, tra cui un agente della polizia e 4 manifestanti. In ogni caso, una ferita democratica devastante di cui la First lady ha invocato la "guarigione".
Non è ancora chiaro se il distinguo della First Lady, arrivato 4 giorni dopo le violenze di piazza, sia un modo per avvalorare la svolta istituzionale del consorte, assai criticato a caldo per aver prima fomentato la protesta e poi commentato con parole ambigue la rivolta, o al contrario una "via di fuga" dallo stesso Trump, un distinguo. Non a caso, nella nota Melania fa esplicito riferimento ai "pettegolezzi salaci e attacchi personali ingiustificati contro di me", smentendo implicitamente le voci che la davano intenta uno shooting fotografico mentre nella Capitale infuriava l'assedio.
Che i toni della moglie di Trump siano sempre stati molto più controllati e accomodanti rispetto a quelli di Donald è cosa nota, anche se durante l'ultima violentissima campagna elettorale a molti analisti non è sfuggito come stranamente, visto il suo carattere, Melania non abbia mai pubblicamente riconosciuto la vittoria di Joe Biden. L'ultimo messaggio social sembra proprio un saluto alla Casa Bianca, senza nominare il democratico: "È stato l'onore della mia vita servire come la tua first lady". E intanto Trump deve fronteggiare gli ultimi furiosi assalti della nuova maggioranza democratica guidata dalla speaker Nancy Pelosi, pronta a votare l'impeachment contro il presidente uscente. Non solo. Il suo vice, il repubblicano Mike Pence, non ha nemmeno escluso di invocare il 25esimo emendamento che permetterebbe al numero 2 della Casa Bianca di sostituire in corsa il "titolare" se giudicato emotivamente e psicologicamente "instabile".