Robert Peroni, l'italiano "prigioniero" in Groenlandia per il coronavirus: "Vivo solo e mangio cibo scaduto, una tragedia"
"A causa del coronavirus abbiamo perso i turisti che sono la nostra unica fonte di sostentamento economico. Qui sulla costa orientale della Groenlandia è una tragedia e per sopravvivere mangio cibo scaduto, altro non posso fare, mi devo accontentare". A parlare così è Robert Peroni dal villaggio dove abita lungo la costa est della Groenlandia, dove vivono gli inuit. Per raggiungerci ci vuole un volo di circa due ore da Reykjavik in Islanda. Peroni, 76 anni, altoatesino, vive nella "Casa Rossa", una abitazione che si è trasformata da semplice ritrovo a centro di recupero per giovani alcolizzati e albergo per turisti. "Dal 12 marzo scorso quando l'Islanda ha chiuso le frontiere per noi è finito tutto. In estate i turisti arrivavano soprattutto dalla Germania e in agosto anche dall'Italia. Peccato, perché gli italiani erano in crescita ed erano sempre più interessati a questi luoghi immersi nella natura incontaminata", racconta.
Video su questo argomento Andrea TempestiniGroenlandia, il volo a bassa quota dei caccia al tramonto / Guarda il video
L'italiano racconta la situazione attuale: "Adesso niente di niente, sono qui solo a sognare un futuro migliore preparando le offerte turistiche del 2021. Lavoro in ufficio, pulisco casa, sono stato costretto a licenziare tutti i 74 dipendenti e i 55 posti letto sono drammaticamente vuoti. Negli anni siamo cresciuti, ho fatto investimenti anche importanti". In suo aiuto è stata lanciata la campagna su gofund.me, 'Save The Red House in East Greenland!', ma sono tante le difficoltà: "Il governo groenlandese ha ragione di chiudere tutto perché non riuscirebbe a reggere le conseguenze di una pandemia, abbiamo avuto 17 casi in tutta la Groenlandia. Se il virus dovesse arrivare qui a Tasiilaq sarebbe una tragedia perché il nostro ospedale (12-13 posti letto, ndr) non è attrezzato e quindi verrebbe trasferito alla capitale Nuuk oppure in Danimarca". Peroni conclude raccontando come passa il tempo: "Non vedo praticamente nessuno, ogni 4-5 giorni passa qualcuno a trovarmi per prendersi un caffè, qualche minuto e poi va già via. Ho un container con molte scorte di cibo, mangio anche alimenti scaduti perché devo accontentarmi. Non è come in Italia dove c'è tanta scelta, qui dobbiamo essere felici se arriva qualche elicottero, il mare è ormai ghiacciato e le navi non possono entrare nel fiordo a rifornire l'unico supermercato", conclude sconsolato.