Coronavirus, è già iniziata la terza ondata: "Ma le misure per contenere il contagio non funzionano più"
Mentre in Europa e negli Stati Uniti si sta lavorando per cercare di superare la seconda ondata di coronavirus, in molti Paesi dell'Asia è in arrivo già la terza ondata di Covid-19. Parliamo della Corea del Sud, dove saranno di nuovo imposte restrizioni più severe; di Hong Kong, che addirittura sta vivendo la sua quarta ondata; del Giappone, che cerca di rimanere in equilibrio tra misure contraddittorie e picchi di contagi preoccupanti; ma anche di Indonesia e Malesia, che tra novembre e dicembre hanno registrato picchi record. I governi di queste aree intervengono come possono: chiudono bar e ristoranti, mettono in piedi sistemi infallibili di tracciamento dei casi, limitano spostamenti e assembramenti. Il problema, però, è che adesso queste misure non sembrano essere sufficienti. E la colpa è sia dell'inverno che della spossatezza da Covid.
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Secondo alcuni studi, il freddo secco rischia di far aumentare la trasmissione del virus dal 10 al 20 per cento, anche se il Covid è meno sensibile alla stagionalità dell'influenza. E a questo si aggiunge la cosiddetta pandemic fatigue ("stanchezza da pandemia"), che mette in serio pericolo la rigida obbedienza alle norme e lo spirito di gruppo. Questi due fattori possono aumentare il rischio di focolai. A Seul, per esempio, dove il termometro tocca i - 7 gradi, l'ultimo bollettino indicava 631 nuovi casi, il picco massimo degli ultimi nove mesi. Ecco perché - come riporta La Stampa - si è deciso di limitare gli assembramenti e di chiudere karaoke, bar e palestre. Ma secondo i dati dell'Università nazionale di Seul, in questi giorni le misure stanno ottenendo risultati inferiori alla primavera scorsa.
Poi c'è il Giappone, il Paese più a rischio tra le nazioni asiatiche, per via della più alta percentuale di anziani al mondo, 28% di ultra 65enni. Anche lì a novembre è ricominciata l'impennata, con record quotidiani che il 28 del mese scorso sono arrivati a 2.600 casi. In questo Paese, però, il governo, pur invitando a distanziamento sociale, uso di mascherine e lavaggio delle mani, non ha fermato il programma Go To Travel che incentiva con sussidi i viaggi all'interno del Giappone. E infine Hong Kong, che non sta messa meglio. Dopo un'esplosione di casi tra luglio e agosto, si era riusciti a contenere il problema, creando addirittura un corridoio di viaggio con Singapore. Ma poi la situazione è precipitata e a fine novembre l'iniziativa è stata bloccata perché prematura.