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Alexander Kekulè, il virologo tedesco accusa l'Italia del Nord: "Coronavirus in Europa? Tutta colpa loro"

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Il ceppo di coronavirus in Europa non avrebbe niente a che spartire con quello riscontrato a Wuhan lo scorso dicembre, ma deriverebbe da un ceppo più virulento che si sarebbe sviluppato nell'Italia settentrionale e che da lì si sarebbe propagato nel resto del pianeta. Questa l'incredibile teoria sviluppata dal virologo tedesco Alexander Kekulé, secondo cui il 99,5% dei casi mondiali di Covid-19 risalirebbe a un ceppo di coronavirus nato nel Nord Italia. Insomma, per il teutonico saremmo noi gli untori d'Europa. Una discreta vergogna.

 

 

"Il virus diffuso in tutto il mondo in questo momento non è il virus di Wuhan. È il virus del Nord Italia. È una variante comparsa solo nel nord Italia", ha affermato il direttore dell'Istituto di microbiologia medica dell'Universitätsklinikum Halle in un talk-show televisivo. Il ceppo Italiano, ricorda l'edizione on line del Giornale, è stato chiamato mutante G e sarebbe più contagioso della variante cinese. Il virologo ha poi spiegato quale sarebbe la differenza: "Il virus si sarebbe diffuso in tutto il mondo in quel modo ma la differenza è che a Wuhan non sapevano di cosa si trattava, mentre nel nord Italia vi erano già state avvisaglie da parte di Pechino, ma queste sono state ignorate per molto tempo", ha spiegato. 

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