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Coronavirus, in Corea del Sud è già arrivata la terza ondata: il dato inquietante sui focolai multipli simultanei

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Mercoledì in Corea del Sud sono stati registrati 583 nuovi casi di contagio da coronavirus: il paese a detta del ministro della Sanità è entrato nella terza ondata dell’epidemia. L’approccio della Corea del Sud, nella prima ondata, fu esplicitamente lodato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: in proporzione ai contagi accertati, i morti per cause legate al coronavirus erano pochi, grazie ad un’estesa politica sui tamponi e ad un sofisticato sistema di tracciamento dei contagi.

 

 

 

 

La terza ondata sta riguardando uffici, scuole, palestre e altri piccoli gruppi sparsi attorno alla capitale Seul. Questa diffusione sta rendendo più difficile il tracciamento dei contagi e quindi il suo contenimento, scrive il Post. Secondo il professor Kim Woo-joo del Korea University Guro Hospital questa terza ondata era inevitabile dopo l’allentamento delle misure di distanziamento fisico che hanno portato le persone a tornare a frequentare bar, ristoranti e a viaggiare prima che le autorità ripristinassero le restrizioni. La diffusione del contagio fra i giovani, molti dei quali asintomatici, ha spinto il governo a chiedere agli studenti di non frequentare le scuole di preparazione agli esami di ammissione all’università previsti per il 3 dicembre.settimane a partire da sabato 28.

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