Un'uscita a effetto. Questo il piano di Donald Trump, farsi ricordare dopo aver lasciato la Casa Bianca. Tre gli obiettivi fissati dal presidente degli Stati Uniti per chiudere il suo mandato: bombardare i siti nucleari dell’Iran, ridurre al minimo le truppe in Afghanistan e Iraq, lanciare una nuova offensiva commerciale contro la Cina. Perché spingersi a tanto? Come spiega La Stampa, Trump vorrebbe innanzitutto mantenere alcune delle promesse fatte in campagna elettorale; poi lasciare un segno in politica estera, dove non ha collezionato grandi successi; mettere in difficoltà il successore, Joe Biden, e soddisfare il partito e i suoi elettori per un'eventuale ricandidatura nel 2024.
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Stando a quanto riportato dal New York Times, l'allarme bombardamento in Iran sembrerebbe rientrato. Qualche giorno fa, però, il capo della Casa Bianca ha chiesto ai collaboratori le opzioni per bombardare i siti nucleari iraniani. Questo perché Teheran ha aumentato le scorte di uranio arricchito a basso livello. Una delle conseguenze dell'uscita degli Usa dall'intesa sul nucleare. Ecco allora che il tycoon ha chiesto se è possibile rispondere bombardando alcuni dei loro siti, tra cui Natanz, ma il vice Mike Pence, il segretario di Stato Mike Pompeo, quello alla Difesa ad interim Miller e il capo degli Stati Maggiori Milley lo hanno convinto a rinunciare, perché l’attacco avrebbe scatenato una guerra.
Come riportato dalla Stampa, c'è poi il piano per ritirare alcune truppe, riducendo da 4.500 a 2.500 gli uomini in Afghanistan, e da 3.500 a 2.500 quelli in Iraq. Proposta che sarebbe già stata bocciata dal leader repubblicano al Senato McConnell: "Tutte le guerre devono finire, ma c'è una differenza se finiscono come vogliamo noi, o contro i nostri interessi". E infine ci sarebbe l'ennesima offensiva contro la Cina che, dopo l'accordo commerciale con i giganti del Sud-est asiatico (Rcep), è tutt'altro che isolata.