Donald Trump, il leader dei Proud Boys che guida la rivolta contro Biden: "Il Paese verso il comunismo, ci saranno violenze"
"Siamo in un momento di calma prima della tempesta". La previsione drammatica arriva da Enrique Tarrio, leader dei Proud Boys, intervistato dal Fatto Quotidiano. Stiamo parlando di alcuni dei sostenitori di Donald Trump, che hanno risposto alla chiamata del presidente sui presunti brogli elettorali. Le tensioni non sono mancate finora, tant'è che la polizia ha già arrestato 50 manifestanti a New York, 11 a Portland e altri a Minneapolis. E Tarrio non nega che ci saranno altri scontri negli Usa dopo le elezioni: "In tanti, nascosti dalla sinistra radicale, tenteranno di approfittare della debolezza delle istituzioni", ha spiegato. Aggiungendo poi che è loro diritto difendersi, anche con le armi.
Tarrio prevede che soprattutto le grandi città saranno "scosse dalla violenza". Sulla linea politica della Nazione, invece, il presidente dell'organizzazione dei Proud Boys ha detto che gli Usa non sono un Paese di destra, anzi. "Al contrario vedo sempre più elementi che ci spingono verso il comunismo. Il socialismo cresce. Dovrebbe essere un tabù". Secondo lui, però, il candidato dem joe Biden non può essere definito "socialista". Il problema è un altro: "Il problema è il suo partito e le nuove correnti che lo hanno sostenuto nella corsa alla Casa Bianca. Sono loro la minaccia, lo controllano. Per questo è nata una destra alternativa a quella dei repubblicani. Non a tutti i Proud Boys piace Trump, ma nessuno di noi vuole lasciare il Paese in mano ai radicali di sinistra".