Donald Trump, Amy Coney Barrett è il suo asso nella manica in grado di ribaltare il verdetto
Per decretare il nome del vincitore delle presidenziali Usa c'è solo una tappa: la Corte Suprema. Lo ha messo nero su bianco Donald Trump che ha a più riprese dichiarato: "Questa è una frode per gli americani e un imbarazzo per il Paese. Andremo alla Corte Suprema". La decisione del tycoon ha un precedente storico che risale a vent'anni fa e fu il cosiddetto caso "Bush vs Gore". Qui il verdetto del 2000 che consegnò ai repubblicani la Casa Bianca. I pronunciamenti, che durarono un mese, decretarono di fatto la vittoria di George W. Bush. E così il presidente uscente tenta il tutto per tutto ripercorrendo le ombre dei suoi predecessori.
Il verdetto, in questo caso, come spiega La Stampa, potrebbe arrivare l'8 dicembre, termine entro il quale dovranno essere concluse le eventuali controversie, a partire da quelle sul voto per posta. Termine che vale anche per l'eventuale nuovo conteggio dei voti nei singoli stati, per le cause nei tribunali e per il possibile ricorso alla Corte Suprema. A quel punto non resterebbe che nominare il presidente in data 14 dicembre, quando il collegio formato da 538 grandi elettori deciderà. Ad oggi la Corte suprema ha sei giudici conservatori su nove. Tra loro la pupilla del presidente, Amy Coney Barrett. Potrebbe essere lei l'asso nella manica di Trump.