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Donald Trump contro Joe Biden, barricate in strada e vetrine sigillate: si teme la guerriglia dopo il voto
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Tra poche ore sapremo chi tra Donald Trump e Joe Biden guiderà gli Stati Uniti per i prossimi quattro anni. Nel frattempo, però, c'è tensione nell'aria e paura per quello che potrebbe succedere subito dopo la chiusura delle urne. Il timore è che possano organizzarsi manifestazioni violente a seguito della perdita di uno dei due candidati alla Casa Bianca. Ecco perché, come riporta il Corriere della Sera, in diverse città americane si sta già provvedendo a sigillare le vetrine di negozi, banche e alberghi con dei pannelli in legno. Allo stesso tempo, i militari nelle prossime ore si occuperanno di recintare l'intera zona che circonda la residenza del presidente Usa, chiudendo anche il parco Lafayette.
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Finora le operazioni di voto si sono svolte in maniera tranquilla, ma non sono mancati episodi di scontro e violenza. Nel New Jersey, per esempio, una delle carovane di macchine organizzate dai supporter di Trump ha bloccato un’arteria a scorrimento veloce e il Ponte Mario Cuomo. In Virginia, a Richmond, trumpiani e attivisti di Black Lives Matter si sono lanciati urla e insulti a distanza. E infine in Texas un altro corteo di auto ha cercato di far sbandare un pullman con a bordo i sostenitori di Biden. A preoccupare è soprattutto la reazione dell'attuale leader americano a una sua eventuale sconfitta. Secondo alcune fonti, Trump avrebbe rivelato ad alcuni suoi consiglieri che il 3 novembre si sarebbe dichiarato vincitore, nel caso "fosse stato avanti", senza aspettare i risultati finali. Nonostante la smentita, resta una forte incertezza. Per di più il presidente ha lasciato intendere che è già pronta una robusta squadra di avvocati per contestare i risultati in alcuni Stati chiave, come la Pennsylvania.
Dunque c'è tensione, soprattutto perché il conteggio delle schede sarà disordinato e le modalità varieranno di Stato in Stato. Per il momento hanno già votato 97,5 milioni di americani, una cifra pari ai due terzi degli elettori nel 2016. Il problema è che la maggior parte di loro, più di 60 milioni, si è espressa tramite voto per posta. Proprio la modalità di voto messa sotto accusa da Donald Trump, perché - secondo lui - più esposta al rischio brogli.
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